E' palese che ad Alexis Marshall inizino ad andare stretti i Daughters. Il ritorno dopo 10 anni di silenzio di "You Won't Get What You Want" era totalmente diverso rispetto alle origini post-hardcore/math del progetto, più orientato verso noise rock, post punk e cantautorato sofferente. Con il senno del poi quel disco suona come una necessità di Alexis più che un nuovo lavoro della band. Se ve lo siete perso sappiate che è uno dei dischi più belli degli ultimi anni.
Ecco quindi che non tanto a sorpresa arriva il disco solista che smarca definitivamente dalle rigidità della band madre. Alexis Marshall recluta il fidato batterista Jon Syverson, il chitarrista Evan Patterson (conosciuto come Jaye Jayle, già in Young Widows e recentemente al fianco di Emma Ruth Rundle) e l'amica concittadina Kristin Hayter (ovvero Lingua Ignota) creando una super band di depressoni cosmici ma ricchi di talento.
L'impressione è quella di avere a che fare con un disco tra Swans e Nick Cave, quindi un po' cantautorale pastorale e un po' schizofrenicamente rumoroso. E' forte anche l'influenza industriale degli Einstürzende Neubauten, soprattutto nell'uso delle percussioni. L'inizio, invero un po' banale, vede Alexis arrovellarsi in declamazioni epiche su un roccioso noise rock/post punk. Poi il disco prende una piega meno d'effetto e più interessante, sempre declamatoria ma più sincera e particolare, meno "già sentita" e muscolare.
Alexis si inserisce di prepotenza nel cantautorato dark dei suoi compari Jaye Jayle e Lingua Ignota, rinfrescando iconiche figure del passato come Nick Cave, Michael Gira, Leonard Cohen, Scott Walker. Secondo me ci sono ampi margini per fare di meglio in futuro, trovando una identità personale molto più forte e particolare, ma già con questo esordio siamo a livelli molto alti.
[Dale P.]
Canzoni significative: Night Coming, No Truth In The Body.
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