Negli ultimi quindici anni possiamo tranquillamente dire che in poche band "pesanti" non riconosciamo l'influenza fondamentale dei Melvins: che sia la chitarra grassa, i riff pachidermici, la voce cialtrona, la batteria devastante o semplicemente la follia in libertà. Neurosis, Tool, Mastodon, probabilmente le tre band "metal" più importanti degli ultimi anni hanno più volte tributato e venerato la band di Buzz Osbourne.
C'è da dire che fino all'avvento dei Big Business pochi hanno codificato in suono concreto i dettami di Houdini e Stoner Witch, generando un ipotetico sottogenere puramente melviniano. Gli Akimbo sono un'altra band, per di più seattleiana, che giocano su questa scia.
Gli Akimbo sono un terzetto di Seattle, generato nel 1998 e autori di svariati album underground tra cui gli ultimi due con la Alternative Tentacles di Jello Biafra (che li scoprì proprio in tour con i Melvins). Ora, dopo essersi guadagnati la reputazione dei Neurosis, arrivano all'esordio su Neurot catalizzando l'attenzione tra i media.
Il disco è un bel frullatore di Melvins, Jesus Lizard, Big Black, hardcore e post-rock, come se d'improvviso il post-core invece di gonfiarsi di steroidi metallosi ritornasse all'essenza sludge o come se si volesse creare un ponte fra vecchie etichette come Amphetamine Reptile e Touch & Go con la "nuova scuola" Neurot e Hydrahead.
Ad onor del vero mancano le canzoni intramontabili ma band di questo tipo vivono di spunti, di idee e di suoni. La maturità la ricercheremo più avanti...
[Dale P.]
Canzoni significative: Matawan, Lester Stillwell.
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