Era una notizia clamorosa di qualche anno fa: Adrian Belew chiuso in studio con Les Claypool e Danny Carey. Tantissimi (tra cui il sottoscritto) dopo averla letta sono rimasti affogati dalla propria saliva immaginando un supergruppo capace di generare l'opera definitiva del moderno prog-rock.
Sfortunatamente la collaborazione non ha sortito i frutti sperati e di quelle session, in questo disco, è presente solo qualche episodio. Ma non disperate, il resto sarà presente nei futuri dischi di Adrian, che di marketing, evidentemente, se ne capisce.
Piccola storia di Adrian. Session man quotatissimo, collaboratore di Talking Heads e attuale chitarrista e cantante dei King Crimson. Les Claypool: bassista mostruoso e leader di Primus e altri miliardi di gruppi simili. Danny Carey: batterista del miglior gruppo uscito negli ultimi 20 anni, ovvero i Tool.
La loro collaborazione ci regala i migliori brani del lotto, in cui tutti e tre mettono in luce le loro capacità senza perdersi in virtuosismi. Vengono fuori brani che sanno, giustamente di King Crimson con sapori Primus e Tool. Il resto del disco non è inferiore a questi episodi. La chitarra di Adrian tesse trame magiche e "barrisce" come di consueto. La mente di quest'uomo è proiettata nel futuro, tanto che i brani hanno sonorità attualissime e parecchio "avanti".
Se non vedete l'ora che esca il nuovo disco dei King Crimson questo assaggio vi soddisferà per bene ma, allo stesso tempo, rimane un disco che tutti dovrebbero ascoltare tante sono le idee e la classe qui contenuta. Per chi crede che la tecnica generi solo mostri pallosissimi è meglio che regali venti euro ad Adrian. Saranno ampiamente ripagati.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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