Molto meno inaccessibile di quanto possa apparire di primo acchito, "What You Don't Know Is Frontier" segna per gli Asva un ritorno in grande spolvero a tre anni da "Futurists Against The Ocean". La loro discesa verso l'abisso di un tormentato dormiveglia continua inesorabile riverberando in più punti la congiunzione tra black metal e drone approntata dai recenti Sunn O))). Bordoni d'organo fungono da assi sui quali si impiantano le scarnificate modulazioni strumentali con chitarre che ogni tanto si affacciano con squarci doom quasi ad infiammare l'aria caliginosa. L'esoterico tribalismo di chiusura di "Christopher Columbus" pare ammiccare ai Neurosis di "Enemy Of The Sun" addirittura. Improvvisamente la scura atmosfera inizia a rischiararsi leggermente col sopraggiungere di "A Game In Hell, Hard Work In Heaven", autentico pezzo da novanta dell'opera dalla forte impronta sacrale (c'è l'alone dei Dead Can Dance intorno) supportato dalla voce arcana di Holly Johnson (che tesse linee "esotiche" sul modello Lisa Gerrard appunto) e dilaniato sul finire da un'inattesa accelerezione che pare quasi piombare negli anfratti del black metal. Con "A Trap For Judges" si rimette nuovamente piede nel teatro degli incubi diretto dagli Asva, occhieggiando l'hard-prog dei seventies nei timbri delle keyboards e proponendo una continua alternanza tra barlumi di luce ed eclissi totali che sfociano in una fine liturgica di estrema eleganza. Attingendo da diversi serbatoi musicali, non ultimi l'ambient ed il metal più astratto e subliminale, gli Asva danno vita al loro capolavoro, un disco intenso e difficile nella proposta, ma inaspettatamente accessibile nell'ascolto. D'altronde cosa ci si sarebbe mai potuto attendere da un progetto che annovera ex membri di Burning Witch, Goatsnake, Sunn O))) e Mr.Bungle?
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: tutte.
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