Ascoltando per la prima volta "Hunter" sono rimasto deluso dal fatto che la band avesse cercato di allontanarsi dal sound Meshuggah dell'esordio incorporando nuove influenze (southern, stoner, death, hardcore, metal). Deluso perchè band che suonano come i Meshuggah ce ne sono troppo poche e, soprattutto, perchè le canzoni mi sembravano avessero perso qualcosa.
Continuando con gli ascolti (tra l'altro stavo preparando una recensione parecchio delusa, lo ammetto) sono rimasto rapito da questa band che ruba ai Mastodon il titolo di migliore band "heavy" attualmente in circolazione. Sto esagerando? No.
Il songwriting ispirato e personale della band mostra sì tutte le influenze in modo palese ma mescolate in modo originale e spesso inaspettato, alcune volte volutamente forzato, tanto da creare un magma sonoro potente e convincente che in colpo solo distrugge tutto il metalcore proiettando il genere verso un nuovo livello da superare.
Tornando al paragone con i Mastodon, la band si nutre della stessa idea di triturare tutto il triturabile con violenza senza trascurare il groove, vero valore aggiunto di entrambe le formazioni. Ma se le radici della band di Brann Dailor sono da ricercare nell'hard-rock e nel prog quelle dei A Life Once Lost affondano nell'heavy metal, nel death tecnico (Meshuggah, Death) e nel thrash (Pantera) guadagnando in marzialità e usando gli stop'n'go per sbatterci in faccia tutta la loro potenza.
Se quest'anno dovete comprare un solo disco questo è l'acquisto da fare.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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