Ci può essere un punto di incontro fra post-hardcore e stoner? Sì e lo hanno raggiunto i 5ive, band del giro Hydrahead / Tortuga. Ben Carr (chitarra) e Charlie Harrold (batteria) sono i due visionari (e sicuramente gran cannabinoidi) autori di questa strana creatura.
Il disco inizia lentamente, si insinua pian pianino, in un gioco di sovrapposizioni di noise ed effetti ambientali. Poi la prima esplosione e l'apparizione di una voce (Jonah J. Jenkins dei Milligram). Da questo momento in poi risulta innegabile come la band stia suonando qualcosa di "diverso". E questo qualcosa di diverso è un muro di suono che trascina l'ascoltatore verso lidi psichedelici disturbanti pur rimanendo potente e distruttivo.
Dopo i primi due brani (gli unici cantati) la band si getta in lenti bagliori psichedelici. In una sorta di punto di incontro fra il doom Neurosiano, il drone dei Sunn O))) e il deserto dei Kyuss.
Il disco, però, pecca un pochino di inconcludenza e di difficile digeribilità, cosa che terrà lontano il pubblico che cerca soluzioni un po' meno sfocate e più malleabili. Ma chi non si farà spaventare avrà una piacevolissima sorpresa nello scoprire una band particolare come i 5ive.
[Dale P.]
Canzoni significative: Shark Dreams, Stockholm Blues .
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