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EffenaarEindhoven24/05/2022Ho letteralmente rincorso questo concerto per anni. A molti sarà capitato di aspettare l’occasione giusta, le ferie giuste, la data giusto ecc.. e finalmente dopo 5 ore passate su un aereo fermo per colpa della tempesta, eccomi all’ Effenaar di Eindhoven. Il posto non è niente male, una grande sala concerti e la birra te la danno persino nei bicchieri di vetro. Arrivo tardi e riesco a vedere la chiusura dei Night Demon. Sta volta non ho fatto i compiti e non so assolutamente niente delle band di spalla a quella che per me è l’EVENTO. L’unica cosa che ho sentito è che molti sono all’ Effenaar più per Midnight che per gli YOB. Rimango stupita per la scelta delle band a precederli, Night Demond come detto e Spirit Adrift che sono riuscita a sentire dal principio, destinati a fare il loro set abbastanza breve e con dei suoni che già mi mettono in ansia per il dopo. Ambe due le band abbastanza collaudate propongono una heavy metal piuttosto standard ma piacevole, peccato davvero per l’acustica. Io che sono li per “il muro” che ci si aspetta da ogni buona band doom sono già preoccupata e penso tra me e me che non possono far suonare così i miei tanto attesi headliner. Inizia finalmente Midnight e dimentico completamente le paranoie un po’ nerd per l’acustica. Non tanto perché improvvisamente il suono sia diventata impeccabile, quanto più perché è stato quella bella sorpresa che non ti aspetti. Questo progetto iniziato come one man band da Jameson Walter in arte Athenar (ex mebro di Bulder, Destructor ecc..) , porta sul palco una bella botta di energia Black’n’roll. A tratti vedo chiara un’influenza speed metal che mi fa pensare ai Venom ma l’attitudine è più quella degli Impaled Nazarene. Suonano a volto coperto e la presenza scenica tipica del punk proprio non gli manca. Finiscono in fretta un bel set tirato ed energico in grado di coinvolgere anche gli animi più rigidi, ancora un paio di pezzi li avrei ascoltati volentieri. Adesso sono decisamente pronta ad ascoltare esattamente l’opposto. Gli YOB iniziano con “The lie that is sin”, apertura brutale poi un attimo di silenzio, ed in pochi minuti si è completamente proiettati nel loro universo. Il set che propongono è vario, un paio di pezzi da “Atma”, tre da “The unrial never lived” e solo un pezzo dall’ultimo “Our raw heart”. Il loro sound dal vivo ha una resa incredibile, ti avvolge completamente e suona unico, nel contesto di un genere dove spesso si focalizza molto l’attenzione sulla potenza e poco sull’originalità. Questa band è in grado di rarefare l’aria che respiri ed il secondo dopo farti piovere addosso piombo. L’atmosfera all’ Effenaar è densa ed un pezzo dopo l’altro si resta completamente ipnotizzati dalla voce graffiante di Mike Scheidt. Le ritmiche lentissime ma studiate e non banali si alternano con momenti più veloci ed a volte melodici, cosa che li rende più apprezzabili anche da chi il doom non lo ama poi troppo. Potrei vedere questa band ogni giorno e continuare a restarne estasiata, se vi capita di poterli vedere andate e se non vi capita fatelo capitare.
[Maria Martini]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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