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BloomMezzago28/04/2022Freschi di disco nuovo e della partecipazione al Roadburn appena concluso, arrivano in Italia i Wiegedood, impegnati in due date italiane, Bologna e Milano. La line up del tour è ridotta all'osso e ad accompagnare i tre fiamminghi c'e' il solo Ignatz, nome d'arte del chitarrista belga Bram Devens, che si presenta puntuale, armato di chitarra elettrica e loopstation, e affabula la sparuta platea con un paio di tetre e malinconiche ballate per poi continuare con altrettante lunghe scorribande di blues psichedelico e rumoroso. Una proposta particolare, interessante ed intensa che mi ha ricordato la produzione solista di Dylan Carlson.
Davanti ad un pubblico ridotto rispetto al live del 2017 di supporto ai Wolves In The Throne Room, i Wiegedood sfoggiano una scaletta quasi del tutto incentrata sul nuovo "There's Always Blood At The End Of The Road". E' impressionante come il riff di "FN SCAR 16", che apre il live, suoni bene come nel disco. Il trio è ormai è una macchina perfetta dal vivo, i suoni sono ben bilanciati, l'esecuzione pulita e i brani risultano fedeli all'album nelle sonorità, cosa non scontata per il genere. Tempo di assaporare "Noblesse Oblige Richesse Oblige" e ci viene scaraventato piacevolmente sulla faccia la miglior canzone dell'ultimo lavoro, ovvero "Until Is Not", con un riff portante clamoroso che non stanca mai. L'unico richiamo dal passato arriva da "Ontzieling", uno dei pezzi più belli della discografia, esempio di come i Wiegedood siano stati capaci di inventarsi un nuovo modo di scrivere brani black metal con riff pazzi, cattivi e allo stesso accattivanti.
La seconda parte del concerto torna sulla fatica discografica più recente e conclude il set con la componente più psichedelica della loro musica grazie alle spirali sonore create su "Now Will Always Be" e "Carousel" che suonano come dei mantra black metal. Dopo una cinquantina di minuti il concerto è terminato e, onestamente, un paio di brani in più li avremmo sentiti volentieri, ma dopo due anni e mezzo senza musica dal vivo è stato come tornare a respirare e sono contento di aver scelto i Wiegedood per ripartire.
[Francesco Traverso]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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