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RaindogsSavona25/10/2022
Tornano per la seconda volta al Raindogs i newyorkesi White Hills e non mi faccio scappare l'occasione di rivederli per la quarta/quinta volta. Nel corso degli anni la loro proposta è mutata passando da una heavy psichedelia che piaceva tanto agli stoner rockers a qualcosa di molto più variopinto. La differenza sostanziale rispetto all'ultima volta che li vidi (ormai un po' di anni fa) è che il gruppo è formato esclusivamente da Dave W e Ego Sensation, senza ospiti esterni. Questo si traduce non in un limite ma in un ventaglio di possibilità: entrambi nel corso del discretamente lungo set si alterneranno alla batteria, alla chitarra, al basso e alla voce.
La band parte con un brano che è una chiamata alle armi e suona come una versione più minimale degli Hawkwind, poi senza praticamente fermarsi snoccioleranno ogni tipo di sound che nel corso del tempo hanno inserito nella propria discografia come fossero tessere di un puzzle. Già perchè se ogni disco è una sperimentazione a parte, dal vivo mettono sul tavolo tutto quello su cui hanno lavorato in tutti questi anni. Sperimentazione che è figlia dei tanti umori musicali della loro città madre: funk minimale, noise rock, nowave, glam in un calderone musicale che mette, giustamente, nello stesso piano Suicide, Sonic Youth, New York Dolls, Pussy Galore.
La scelta di Ego Sensation di occuparsi prevalentemente della batteria lasciando il basso in base è piuttosto originale: per chi ha visto i White Hills in versione "band" sa come il suo contributo alle quattro corde era una dei punti forti dell'esibizione ma c'è da dire che si diverte a percuotere con veemenza le pelli e riesce a trasmettere positività e grinta. Ne viene fuori un sound diverso da quello su disco, ovviamente meno pieno ma proprio per questo con molti più territori da esplorare. E poi è bello vedere l'alchimia della coppia che anche di fronte alle piccole difficoltà tecniche rispondono sempre con un sorriso: non solo sul palco mi danno l'idea di essere due belle persone.
C'è spazio per ripescaggi più anziani (e quindi puramente heavy psych) e un bel momento in cui Dave molla la chitarra a Ego prende in mano il microfono e si diverte in una bella imitazione di Iggy Pop sembrando il fratello minore di Mark Arm dei Mudhoney. Belli, bravi, simpatici e intelligenti. Cosa chiedere di più ad una band?
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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