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Goa Boa 2007Genova09/07/2007
(Sadist - foto Marta Bacigalupo)
Nel sempre discutibile tabellone del Goa Boa una serata come questa vale oro. Se i Sadist garantiscono alla produzione una folta presenza di rockers genovesi e metallari irriducibili, i Verdena propongono, per l’ennesima volta in questa città, la loro performance di alto livello tecnico (sì, per me sono stati ‘tecnici’ quanto e più dei Sadist, e credo che il 90% delle band italiche dovrebbe andarli a vedere col taccuino a portata di mano). Per fortuna di taccuini neanche l’ombra, saranno solo grandi emozioni dentro. Da segnalare l’esilarante comparsata del Savonese per eccellenza, quello delle lezioni linguistiche a Colorado Cafè… un genio, almeno per il pubblico ligure. Molti, come il sottoscritto, avrebbero continuato a seguirlo a oltranza anche dopo il cambio palco. Mentre il pubblico saluta con ampi gesti (!) le sazie famigliole perbene in arrivo sui traghetti della MSC, i Verdena salgono sul palco: Alberto e company sfoderano praticamente tutto il loro nuovo album, inserendo qua e là qualche felice episodio del passato (ricordo lucidamente Valvonauta, Ovunque, Spaceman, Elefante), in ogni caso optando per un approccio più ipnotico e psichedelico rispetto alle sonorità del tour precedente. Incredibile a dirsi, i Verdena oggi fanno viaggiare. Sarà che i suoni si sono ingrossati ancora di più. Sarà (soprattutto) perché i bergamaschi si sono presi una cotta per i Jennifer Gentle e i ’60 in generale. Scopro però che sotto il palco gli adolescenti pogano ancora: buon segno. Oggi è la loro festa, fra qualche anno cercheranno invano metodi alternativi per emozionarsi così. E poi diciamocelo, con un batterista così pogherebbero anche i dark… Ormai tutti hanno visto il trio in azione almeno una volta, tanto vale dire che anche stasera tutto fila alla perfezione. L’intensità notevole delle canzoni rende persino eccessiva la durata del loro set, a dir poco mastodontico. Non guardo l’orologio, ma la mia percezione mi dice “più di due ore”… Troppe emozioni rendono insensibili, diceva una volta il mio famoso omonimo, quando i Verdena prendevano (ingiustamente) vagonate di insulti dagli addetti ai lavori. Forse sono troppe le emozioni davvero, specie senza quelle parole vere, sentite, che fanno riflettere. Almeno stasera. Torno a casa stanco e indifferente, pur avendo assistito ad un gran concerto.
[Morgan]
Ad aprire la serata un piccolo evento che in un mondo diverso sarebbe stato accolto con strilli sul giornale: la prima data genovese dei Sadist dopo la reunion dell'anno scorso. E' già più di un anno che la band macina i festival metal d'Italia dividendo il palco con nomi blasonati del genere. Ironico, invece, che nella loro città natale debbano accontentarsi di aprire ai Verdena, ovvero ragazzini con l'approccio opposto al chirurgico martellamento di Tommy e co. Il cantante Trevor scalda il pubblico incitando e caricando una band che meriterebbe qualche decibel in più per poter pettinare come dovrebbe. Sadist presentano al pubblico i pezzi del nuovo album intervallandoli con i classici del passato remoto quando Death, Cynic e Pestilence tracciavano una nuova via per l'evoluzione del metal. Un concerto che vorremmo rivedere completo, senza che volumi, orario presto e contesto non congeniale rovinino la resa di una perfetta macchina da palco sicuri che la band possa stupire ancora di più di quello che è già riuscita a fare...
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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