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Datch ForumMilano19/06/2006I Tool non sono semplicemente una band ma una vera e propria religione. Bastava guardare le prime file: avevano tutta l'aria di un qualche girone infernale in cui strane e brutte creature in adorazione erano costrette a muoversi a ritmo della musica suonata da questi demoni armati di chitarra, basso, batteria e voce.
Anche la preparazione al concerto ha un qualcosa di rituale. Cercare la musica adatta da viaggio può avere un peso determinante per poter innalzare l'anima al momento giusto. Burzum e "Filosofem" hanno raggiunto lo scopo. Ma i nostri Dei hanno pensato anche ai comuni mortali. Ed ecco uscire dalle casse dell'impianto i nostri amati Meshuggah. Peccato non abbiano pensato anche ai maledetti cani fuori dai cancelli, altrimenti poteva diventare un vero e proprio happening psichedelico.
Ma la Band diede disposizioni ben precise: no fumo, no riprese audio e video, no flash. Alle 21.21 il concerto inizia. Ognuno si avvicina dal proprio musicista preferito. Curiosamente raggiungere le primissime file è uno scherzo. Decido di piazzarmi, banalmente, davanti al mio guru spirituale: Justin Chancellor. Studiare ogni sua mossa per tentare di replicarla o anche solo per aver maggiori occasioni per spalancare la mascella ed esclamare "incredibile! lo suona lui!".
Il primo pezzo. Lost Keys. Il suono è completamente sballato. I bassi coprono tutto, la batteria è inestitente, la chitarra un timido complemento del tutto. No, non deve succedere. Non deve succedere che muoiano gli Dei. Finito il brano parte Rosetta Stoned ed è il delirio. Finalmente è tutto bilanciato. La chitarra ha un suono che nessun umano può riprodurre. Annichilisce qualunque chitarrista della terra. Comprese le 8 famigerate corde di Thordendal. Ogni pennata è in grado di evocare fantasmi e fate, mostri e divinità. Zeus si chiama Adam Jones. Il motore della band, l'evocatore di emozioni che nessun umano è in grado di farti provare, il Dalì della chitarra.
Adam suona con naturalezza come se il corpo fosse solo un'estensione della sua chitarra. Si gira verso i compagni quando sbagliano (e Justin un po' di strigliate deve essersele prese), conta il tempo per l'inizio del pezzo e certamente nel frattempo penserà a qualche idea delirante per il nuovo disco. O per qualche video.
Il concerto prosegue e uno dietro all'altro i nostri costruiranno una scaletta che fa paura scriverla. Stinkfist, The Pot, Forty Six & 2, Jambi, Schism. Alcuni brani sono introdotti da flussi drone e soundscapes, noise e psichedelici (vengono in mente Melvins, SunnO))), King Crimson). La band si diverte a suonare, e a migliorarsi, come dimostrano le micro variazioni qua e là. Quello che colpisce sono i brani di "10000Days". Suonano molto più potenti e completi di quelli tratti dai precedenti album. Ecco perchè l'apice lo si raggiunge con i brani più recenti. The Pot, Jambi, Right In Two e Vicariuos suonano perfetti e potenti, adatti alla dimensione live più dei brani vecchi. Lo si nota tanto i "Sober" che al di là del valore nostalgico non ha infiammato come avrebbe potuto (però una breve modifica nel riff ha fatto cadere le mascelle ai più attenti), o anche "Schism" ritoccata in velocità (molto più pesante e lenta) ed estesa nella parte centrale noise, forse per renderla più vicina alle sonorità attuali della band.
I Tool non deludono, i micro errori qua e là sembrano stati piazzati apposta per far vedere che anche loro sono umani (cosa assolutamente non vera). La presenza scenica innarrivabile. Maynard di spalle per tutto il concerto per evitare i flash degli aspiranti fotografi (al chè vi segnalo un trucco: fotografare con il flash non serve a niente se non a immortalare meglio le prime file) e per mostrare il suo splendido tatuaggio sulla schiena. Justin che si dimenava e muoveva le dita come un tarantolato destreggiandosi fra note astruse, tempi dispari ed effetti alieni. Danny Carey a causa del suono un po' impastato non ha svettato come gli altri ma ha comunque effettuato una prestazione maiuscola.
Il concerto si conclude dopo 100 minuti e l'esecuzione di Aenima.
La messa è finita andate in pace.
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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