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Concerto Them Crooked Vultures del 19/08/2009



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Gone Dark

Melkweg

Amsterdam

19/08/2009

Them Crooked Vultures. Un nome che andrà spiegato decine di volte. Già perchè non è semplice come "Cream", nè pomposo ma elementare come "Emerson Lake & Palmer". Eppure ha la stessa funzione: quella di ricordarci di un supergruppo. Josh Homme, chitarra, voce e, ovviamente, mente, Dave Grohl, batteria e John Paul Jones, basso.

Essendo nel 2009, IL supergruppo, ovviamente ingestibile da portare in tour, prima apre un sito ufficiale. Vuoto. Con un'immaginetta, il logo, tre link (myspace, facebook e twitter) e delle coordinate per Google Earth. Poi manda un comunicato "LA band suonerà il 19 Agosto al Melkweg di Amsterdam. Biglietti acquistabili esclusivamente in loco il giorno prima. Ovviamente uno a testa con braccialetto di ordinanza". Le coordinate indicano la location. E la febbre sale.

Si decide di partire. E' il loro secondo concerto, il primo in Europa. Per come sarà poi la band ci interessa poco, intanto assistiamo alla storia.

Perchè John Paul Jones al basso praticamente nessuno dei presenti, così da vicino, è mai riuscito a vederlo. Dave Grohl alla batteria, probabilmente neppure. E la speranza che Josh Homme accantoni i Queens Of The Stone Age, ridotti ormai ad un patetico zombie, e torni ad offrirci buona musica ci porta a fare 13 ore di macchina e 3 di coda per i biglietti.

Perchè i 3 mostri sacri del rock hanno deciso di suonare in una location da 1000 posti. Stipatissimi. Nel più classico dei locali piccoli per i grandi e grande per i piccoli.

E se vi dicessi che anche la coda, quel senso di appartenenza esclusiva molto nerd, ha fatto si che il concerto iniziasse con il piede giusto?

Nessun ospite in apertura. Precisione assoluta di inizio concerto (ore 21), suoni potenti ed equilibrati e location sudata e piena oltre ogni limite.

Inizia la musica. E lo diciamo senza timore di smentita: sembra di vedere la migliore formazione dei Queens Of The Stone Age dai tempi di Songs For The Deaf. Riff robotici, alcuni di presa immediata, jam sessions acide, canzoni puramente stoner rock come Homme ci ha abituati (e che da un po' non ci offre più).

John Paul Jones si muove tra basso corposo, tastiere rimembranti intro particolarmente famose, keyguitar anni 80 e il gusto per l'arrangiamento di uno che la musica sa farla sia semplice che cervellotica senza perdere in intenzione. Dave Grohl è forse quello più arrugginito ma stende i presenti con i suoi classici passaggi che ce lo fanno amare da ormai quasi 20 anni. Il suo è un suono di grinta e pressione come i batteristi degli anni 70. Come un Bonham cresciuto col punk. I suoi occhi sono tutti per il bassista e la sua testa viaggia ad emulare proprio i tamburi di zeppeliniana memoria. Homme è quello più a suo agio, tranquillo di una formula che lo salverà da crisi del disco, dei concerti e delle banche. In questo contesto meno ribassato ma più rilassato, più psichedelico, quasi ormeggiato dalle parti degli amici/maestri Yamning Man.

Ad un primo ascolto a conquistare sono soprattutto i riff più granitici, come è ovvio che sia, ma assolutamente coinvolgenti sono le numerose jam fra i tre che ci portano ad ammirarne la perizia tecnica (soprattutto di Jones), l'ispirazione e il feeling. Alcuni momenti da applausi portano i presenti a qualche metro da terra.

La curiosità è stata svelata. Il sound è quello che speravamo, anche se con i nomi in gioco sappiamo che difficilmente su disco troveremo sperimentazioni azzardate. I tre (con l'aiuto live di Alain Johannes) sono umili musicisti (Homme lo vedremo girare per il locale come un normale cliente) ma consapevoli che al giorno d'oggi al pubblico devi offrire un'esperienza per costringerlo a spendere i soldi del biglietto. E il suo obiettivo è stato centrato in pieno.

[Dale P.]



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19/08/2009AmsterdamMelkweg