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JailLegnano24/02/2006Proprio pochi giorni or sono, parlando con un amico da poco tornato da una tournèe negli States, scoprivo che i Sunn O))) vanno 'proprio forte da quelle parti' ... mi chiedevo come sia possibile che un prodotto così ostico (perlomeno per gli ascoltatori 'occasionali') riesca a coinvolgere discrete masse di persone e a vendere migliaia di copie in giro per il mondo. Lo scopro venerdì sera al Jail. Entro nel locale mentre gli Earth stanno eseguendo il primo brano della loro scaletta, incentrata soprattutto sul loro ultimo lavoro, 'Hex'. Subito comprendo che a) i pionieristici drones di chitarra -che tanto hanno ispirato gli headliners di stasera- sono spariti. b) mi trovo davanti ad una band favolosa.
Brani rarefatti, deprimenti, lentissimi, terribilmente country mi fanno pensare a dei Low meno sfigati e più 'desertici'. Sul palco vedo un motociclista con cappellino e una pancia da troppa birra, un tizio che sembra Charles Manson e unA batterista che non avrebbe sfigurato come barista in Walker Texas Ranger. Intorno a me vedo facce imbambolate e corpi intrappolati in movimenti ondulatori ossessivi. Tra l'altro il panzone ha un gran tocco (da vero redneck!) e ogni tanto parte con degli assoli blues dolorosissimi. Un quarto elemento aggiunge corpo alle chitarre con una tromba. Mi compro il cd.
Mentre una quantità di fumo mai vista viene sparata sul palco, mi ritrovo ad aspettare l'evento 'principale' della serata. Ho un po' paura del confronto con gli Earth appena visti e goduti. Sul palco una DOZZINA di casse 4x12 e ben CINQUE, gloriose, testate sunn o). Le spie rosse degli ampli sembrano minacciosi occhi infernali attraverso la fitta nebbia. Nell'aria melodie arcane da canto gregoriano. Già quando parte l'intro alcune delle ragazze sotto il palco se ne vanno per l'indicibile volume di suono. Quando i 4 incappucciati partono con il primo accordo all'unisono ho paura di perdere l'udito. Lo spostamento d'aria e le vibrazioni sono tali da rendere difficile la respirazione! Una volta superato il trauma iniziale comincia per me un viaggio tetro, monotono all'inverosimile -ma non per questo noioso-, nelle mastodontiche rovine di Sunn-opolis. Questo non è un concerto, è una seduta di ipnosi collettiva. Ma i Sunn sanno anche intrattenere il pubblico: quando un bootlegaro appoggia un registratore sul palco, il bassista, dopo aver semidistrutto l'oggetto, inizia ad indicare il poveretto con aria torva, quasi come stesse lanciandogli una maledizione, per molti, interminabili minuti... suscitando anche un pizzico di ilarità. Vengono eseguiti due brani, lunghissimi, in larga parte improvvisati. Il pubblico è incredulo: il volume è troppo alto da sopportare. Ma nessuno se ne va, anche perchè il suono di chitarra, anche se ha l'impatto di un reattore per Boeing 747, è uno dei più belli mai sentiti. Ha la sua nitidezza, e chi non ama la chitarra stasera è rimasto a casa... a sentirsi i Franz Ferdinand. Ad un certo punto sale sul palco un depravato cantante metal con tanto di face painting, e intona una nenia agghiacciante che durerà almeno 20 minuti, tra le devastanti schitarrate e i feedback (mai sentiti così 'corposi'... sembrava un'ORCHESTRA di feedback), bevendo del vino e roteando pericolosamente il microfono intorno a sè. Questa è l'unica nota negativa dell'evento a mio parere, il black-metaller attraeva troppo l'attenzione su di sè e non mi permetteva di entrare nelle morbose textures della band. Ma come attitudine... niente da dire. Questa è gente che il black metal lo conosce davvero. Gran finale con la band adorante gli amplificatori: O'Malley in ginocchio davanti al suo si inchina religiosamente. Poi tutti a spegnere le testate, all'unisono... click. Il silenzio dei silenzi.
[Morgan]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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