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Rolling StoneMilano24/11/2000Pienone al Rolling Stone per la band di Max Cavalera. Il mio primo pensiero è andato ai poveri Disturbed che avranno fatto un concerto per pochi intimi. Il secondo pensiero è andato al tipo di pubblico presente. Se nei concerti punk le persone sono più o meno uguali in un concerto di tipo crossover è ovvio che si incontrino persone di tipo diverso. E allora ecco vedere magliette di Korn, Limp Bizkit, Deftones, Pantera, Iron Maiden, Slipknot, Sepultura, Manowar ma anche qualche punk (un applauso a quello che aveva la maglia degli Husker Du!) a testimoniare che il nu metal ha uno spessore maggiore e un'apertura mentale notevole rispetto all'"old metal". Ma veniamo al concerto, che è stato un vero e proprio mini festival numetal (Ozzy quando vieni in Italiaaaa??). Aprono gli Earthtone9, validissima band inglese, da qualcuno paragonati ai Perfect Circle per via di certe aperture quasi folk. Il loro set, incentrato sull'ultimo disco, viene penalizzato da un'amplificazione che definire ridicola è farle un complimento. Il cantante sembrava quasi che cantasse da solo! Le cose migliorano lentamente e riescono ad offrire un concerto dignitoso almeno per quelli che li conoscono (Tat-Twan-Asi è stata stupenda). Speriamo di rivederli in un'occasione migliore. Di tutt'altra pasta sono fatti i grandiosi Glassjaw. Anche per loro qualche piccolo problema di amplificazione ma il loro set è stato spettacolare. Il piccolo cantante salta e balla come un tarantolato; urla, canta e parla in un modo assolutamente incredibile mentre gli altri componenti sono pazzi quasi come lui. Le migliori canzoni sono state Siberian Kiss e Piano (che poi sono le loro migliori anche su disco) e, in una canzone, si sono presi pure il lusso di citare Ask degli Smiths con una tale facilità neanche fosse Blind dei Korn! Il cantante paga pegno alla lezione di Mike Patton e nell'eclettismo ci siamo sicuramente vicini, molto vicini. Un grande gruppo, che ha il difetto di annoiare se non conosciuto perfettamente. E ora veniamo al concerto principale. Ammetto che ero lì quella sera SOLO per vedere Max Cavalera visto che i Soulfly secondo me sono un gruppo minore rispetto a tutti i gruppi new metal. Questa sera però viene difficile parlare di new metal, dal vivo infatti i Soulfly si sono trasformati in una versione più confusa ma più divertente e adrenalinica dei grandissimi Sepultura. Si inizia con Back To The Primitive e il pubblico si mostra più interessato a cantare che a pogare (???), cosa che farà per tutto il concerto (?!?!?). Max ci regala tutti i migliori pezzi dei due dischi (Eye For An Eye, No Hope=No Fear, Bleed) e l'intro di Jumpdafuckup. Il secondo disco viene sicuramente messo meno in risalto rispetto all'esordio a causa dei numerosi ospiti presenti e non ascoltabili in un concerto. La cosa viene ovviata in maniera piuttosto approssimativa nel caso di Bleed facendo cantare la parte di Fred Durst al bassista (che sarà bravo a lanciare plettri ma a rappare vale meno di zero). Max sa però cosa vogliamo e allora ci offre Roots Bloody Roots (che però mette una certa tristezza pensare cosa era capace con i Sepultura), un medley tribale per farci riprendere fiato, metà concerto con la maglia di Vieri (de gustibus) e un finale che vale da solo il prezzo del biglietto cantando Pain con un passamontagna e con i cantanti di Glassjaw e Earthtone9 (che però non sono nè Chino Moreno nè il cantante dei Will Haven). In sostanza un bel concerto che poteva essere meglio se Max si rimettesse assieme ai suoi ex compagni invece di queste piccole marionette e se si mettesse a fare dischi con qualche ospite in meno. Ci risentiamo con i Papa Roach e gli (Hed)P.E.
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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