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Soulcrusher FestivalNijmegen21/10/2022
Mentre a casa nostra la stagione dei festival si è più o meno chiusa con Settembre, in Olanda sembra sempre essere un buon momento. Ed ecco che sabato partiamo alla volta di Nijmegen e per il “Soulcrusher”, festival indoor composto da due giornate intensissime e che dalla sua prima edizione nel 2017 è diventato un evento di tutto rispetto. Non è la prima la volta che vado ad un festival in Olanda e quindi posso ormai dire che la caratteristica principale qua (una volta terminata la bella stagione) sono le locations. Praticamente in ogni città c’è uno spazio adatto, comodissimo da raggiungere, grande, ben organizzato e con più sale al suo interno. Il Doornroosje di Nijmegen non è da meno, si trova esattamente a venti metri dalla stazione, all’interno ci sono armadietti per depositare borse giacche ecc.. ma anche una sala guardaroba con personale addetto. I concerti si svolgono in due sale: “red stage” più grande con soppalco al piano superiore e provvista di zona bar sia sopra che sotto e “purple stage”, sala un po' più contenuta anch’essa attrezzata di bar. Entrambe con acustica ottima. Altri tre bar sono sparsi in giro per il locale, ed al piano di sopra una zona piuttosto ampia è dedicata al merchandise delle band e ad un paio di zone lounge da sfruttare tra un concerto e l’altro. Assolutamente niente male! Location organizzatissima ed ariosa nella quale si passa volentieri un’intera giornata.
Questo non è un festival mono genere, ed è proprio questa sua particolarità che mia ha fatto rinunciare al “Deserfest” in suo favore. Mi sono lasciata sorprendere dagli Hide, duo electro industrial che più che un concerto ha fatto una vera e propria performance a base di luci stroboscopiche e suoni assordanti, molto concettuale e decisamente singolare, mentre poco prima i Maggot Heart mi avevano stregato con il loro rock a metà tra la new wave degli 80’s ed i Motorhead. Controllando poi le edizioni passate si capisce che il filo conduttore del festival rimangono doom e black metal. In questa edizione sono finalmente riuscita a vedere i monolitici Bongripper (io gli avrei dato due tacche di volume in più) ed in chiusura gli Amenra con un live veramente intenso sostenuto da luci e visual magistrali.
Non sono riuscita a vedere nessuna band black, e qui si arriva alle note dolenti del festival... Per sostenere una programmazione di band così densa le due sale giocano un ruolo fondamentale ma il timing è serratissimo, finisce un concerto al red stage ed esattamente un minuto dopo inizia una band sul purple. Organizzazione impeccabile si, ma se vuoi fumare una sigaretta, uscire e prendere un attimo d’aria o mangiare, finisci con il perderti alla meglio una parte di show, dico alla meglio perché se la band successiva suona al purple stage, man mano che la giornata va avanti diventa praticamente impossibile entrare a concerto già iniziato. L’unica soluzione è fare la coda sperando che qualcuno esca, oppure spostarsi subito da una sala all’altra e rimandare il rimandabile. Ultima nota dolente è che se programmi di fare entrambi i giorni, pernottare a Nijmegen senza un’organizzazione tempestiva è abbastanza proibitivo. Già si è in Olanda e tutto è più caro, comunque trovare un Hotel a prezzo umano con poco preavviso è impossibile, non vuol dire che non ci siano strutture economiche disponibili in città ma solo che non sono riuscita a trovarne per quel weekend, probabilmente con qualche settimana di anticipo sarebbe stato più fattibile. Originariamente saremmo dovuti andare anche per la giornata di venerdì ma tra la cancellazione dei Messa e l’impossibilità di trovare una sistemazione sotto i cinquecento euro, abbiamo optato per un solo giorno.
Ad ogni modo di perfetto non c’è nulla e “Soulcrusher” è un ottimo festival, sia per l’assortimento di band che per l’organizzazione generale. Se siete in dubbio per la prossima edizione, con un’organizzazione tempestiva vale la pena.
[Maria Martini]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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