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Concerto Sleep - A Storm Of Ligth - Morkobot del 17/05/2012



Defacement - DualityDefacement
Duality
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Alexander Gregory Kent - Teaches Dust to ReasonAlexander Gregory Kent
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Human Impact - Gone DarkHuman Impact
Gone Dark

Fillmore

Piacenza

17/05/2012

Non e' mai troppo tardi per celebrare un disco ed una band storica. Il disco in questione e' "Dopesmoker" che non ha bisogno di particolare presentazione se non che in questi giorni e' uscita una versione rimasterizzata. La band ovviamente gli Sleep.

Si e' curato dell'evento il Fillmore di Cortemaggiore, accogliente locale del piacentino che sta via via diventando sempre piu' meta di illustri ospiti.

Andando con ordine occorre sottolineare che prima del gruppo californiano si sono esibiti ben quattro band trasformando la serata in un vero e proprio festival. Purtroppo la scelta degli orari (l'inizio dei concerti era alle 19.00) mi ha impedito di assistere alle esibizioni di Talisman Of Stone e Doomraiser. Sono arrivato proprio mentre i Morkobot stavano riempiendo la sala dei loro monolitici suoni fatti di un metal che sta all'industrial come al noise. Mezz'oretta di esibizione prima di tastare il polso ai newyorkesi Storm Of Light dove in poco piu' di quaranta minuti hanno dimostrato di saper maneggiare con buona dimestichezza la materia (post) metal devota ai Neurosis.

Ma e' chiaro che tutta l'attenzione era incentrata sulla prova di Pike e soci giunti per la prima volta in Italia. Alle 23.00 salgono puntuali sul palco e attaccano la spina (e' proprio il caso di dirlo). L'inizio e' scoppiettante con un'annichilente "Dopesmoker" che travolge tutto e tutti. I muri reggono a fatica i riff assassini di Pike e Cisneros che disorienta con un basso narcotico mentre l’ottimo Jason Roeder (dei Neurosis) dimostra di essersi calato magnificamente nella parte picchiando come un ossesso sulla malcapitata batteria. Circa trenta minuti di durata e la strada e' ancora tutta da percorrere. Mentre il pubblico stenta a riprendersi da questa mazzata, il trio non fa sconti e parte con la celeberrima "Holy Mountain", tratta dall'omonimo album e successivamente attacca "Dragonaut", probabilmente il loro pezzo piu' rappresentativo; il doom dei Black Sabbath nella sua forma piu' maniacale trasportato nei tempi con maggiore esasperazione e ossessivita' unito ad un immancabile dosaggio di sostanze oppiacee. Ora il pubblico e' in visibilio. E siamo solo al terzo brano. Quello che sconvolge e' come il gruppo riesca ad essere convincente suonando nella stessa ed identica maniera di vent'anni fa. Ci si accorge di essere ai giorni nostri solamente perche' vediamo davanti a noi un Matt Pike trasandato ed un Cisneros decisamente sovrappeso.

Il trio continua la propria opera di annientamento sonoro con "Sonic Titan", "From Beyond", la splendida "Aquarian" e mentre passano in rassegna questi brani ci ricordiamo dell'importanza fondamentale che la band ha avuto sui futuri progetti di Pike e Cisneros. Da una parte la potenza incontrollata degli High On Fire, dall'altra la spiritualita' degli Om. Al centro gli Sleep.

Il concerto volge al termine nello stesso modo in cui era iniziato, ossia con la seconda parte di "Dopesmoker", dopo un'ora e quaranta minuti abbondante di martellamento acustico. Ma era cio' che volevamo.

Se vi erano ancora dubbi su chi fossero i padri del doom degli ultimi vent'anni, credo che stasera il mistero sia stato svelato. Possiamo ritornarcene a casa contenti e soddisfatti per l'evento. Ora siamo pronti per un lungo e meritato "sonno"...

Drop out of life with bong in hand; follow the smoke..

[Cristiano Roversi]

Recensioni dei protagonisti del concerto:
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