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RaindogsSavona14/03/2023
Ho scoperto i Sirom molto tardi. Pur avendoli sentiti nominare molto spesso ho affrontato la loro musica grazie alla stampa in vinile del primo disco da parte dell'etichetta genovese Torto Editions uscita nel 2020 e da quel momento ho recuperato tutti i loro album. Me li sono persi dal vivo innumerevoli volte e ogni volta qualcuno mi faceva notare che avevo perso un gran concerto. Con grande curiosità e molte aspettative non mi perdo la data savonese, tra le tappe finali di un tour europeo di 30 date. Arrivati al Raindogs veniamo accolti da un palco assortito da svariati strumenti acustici e una platea ricca di posti a sedere. Sarà una serata rilassante? Temo nel sonno infrasettimanale... Sarà una serata freakettona? Per fortuna uno di loro sale sul palco con la maglia dei Neurosis e ogni dubbio si dissolve.
Il trio sloveno attacca con il brano di apertura dell'ultimo "The Liquified Throne Of Simplicity", uno dei dischi più belli del 2022: "Wilted Superstition Engaged In Copulation". Durante l'esecuzione dei brani vengono usati strumenti autocostruiti: non aggeggi percussivi di dubbio gusto ma vere e proprie opere d'arte do it yourself funzionali alle melodie, a volte soavi, a volte decisamente "free". In ogni brano vengono coinvolti anche banjo, ghironda, violino, ocarina, marimba in un tappetto sonoro che copre interi continenti. Quello dei Sirom è un folk totale con influenze raccolte dai più estremi angoli del mondo generando un suono di difficile collocazione: ci sono sfumature orientali, mediorientali, africane, europee mescolate con naturalezza e nessuna forzatura. Ecco, quello che mi ha colpito di più dell'esibizione è l'estrema naturalezza di ogni gesto. Gli strumenti particolari non sono una mera esibizione circense ma il nucleo da cui parte la costruzione dei brani. E la stessa cosa si può dire dell'interplay del trio: sebbene sembrano avere tre caratteri diversi (e provengono pure da tre luoghi diversi della Slovenia) sembrano nati per suonare assieme questa musica stravagante, ricca di dinamiche e senza inutili spazi per solisti. Ogni cosa è completamente a fuoco.
E' stato come entrare in camera di tre ragazzi curiosi e appassionati che invece di accoglierci a parole e sorrisi (che comunque non sono mancati) ci hanno regalato un viaggio cosmico. Beato chi se li gode o godrà in mezzo ad un bosco, dimensione ideale per questa musica ricca di linfa vitale.
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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