|
Home | Recensioni | News | Speciali | [ Live Reports ] | Etichetta | Negozio | Radio |
  | rock | metal | punk | indie | experimental | pop | elettronica |
|
RaindogsSavona07/06/2022
In un caldo martedì di Giugno Raindogs in collaborazione con Disorder Drama ci propone una accoppiata decisamente dall'altro mondo: gli indonesiani Senyawa e le giapponesi Kuunatic.
Aprono le danze le tre ragazze: facepainting, kimono e piedi nudi, basso, batteria e tastiera Roland Juno. Iniziano con "Dewbow", come se gli Om fossero in trip con la musica tradizionale giapponese anzichè con il dub. Ma più che il riffone sabbathiano a conquistare fin da subito è l'alchimia vocale delle tre, indubbiamente la loro qualità più grande.
Il resto del set presenta praticamente tutti i brani del loro disco d'esordio "Gates Of Kluna", pubblicato dalla Glitterbeat, splendida etichetta che ha nel roster Altin Gun, Sirom, Trupa Tupa, Lucidvox, Gaye Su Akyol, Liraz: le migliori stravaganze del mondo non occidentale. Pian pianino il set perde l'impatto "doom" lasciando spazio a deliri più psichedelici, in molti casi affini al periodo barrettiano dei Pink Floyd ("Desert Empress Pt.2") e a caramelle pop-folk ("Full Moon Spree"). La band sopperisce una scarsa capacità tecnica con l'entusiasmo e la stravaganza, rendendo la visione e l'ascolto piacevole e divertente. Apprezzabile il coraggio di proporsi in giro per il mondo con un prodotto non ancora a fuoco e sfacettato, cosa che molte band da saletta dovrebbero imparare.
Siamo però tutti qui per vedere il duo indonesiano, piccolo culto fra gli ascoltatori di musica stravagante. Rully Shabara, voce e Wukir Suryadi, strumenti, nella loro decennale carriera hanno collaborato con Stephen O'Malley, Arrington De Dionyso, Melt Banana e inciso dischi per decine di etichette in tutto il mondo (l'ultimo Alkisah è stato stampato in 38 edizioni diverse da altrettante etichette sparse per il globo). Sono ovviamente perennemente in tour e con il passaparola di chi li ha visti stanno visibilmente aumentando il bacino di ascoltatori. Ma cosa suonano esattamente? Rully passa da una voce bassissima a urla strazianti passando per un cantato più teatrale, parti quasi rappate, scat aiutato da pochi semplici effetti e due microfoni. Wukir ha autocostruito una sorta di chitarrone che può percuotere generando un'orchestra percussiva, un incubo industriale, degli assalti grindcore e delle armonie orientali. Provate ad immaginare i due che si dimenano, si contorcono, sudano e danno l'anima creare un muro di suono dall'impatto devastante.
Che sia il suono del metal, quello del drone, quello dell'industrial, quello del groove, quello tribale poco importa: il duo è una macchina da guerra ipnotico, unico e alieno. Adatti sia in un angolo della strada a spaventare e incantare i passanti sia in un palco con un impianto spacca timpani. Difficile spiegare a chi non c'era cosa si è perso: vanno indubbiamente visti e sentiti.
Un concerto unico, una lezione di come approcciare i generi moderni mantenendo una forte componente tradizionale.
[Dale P.]
|
Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
|