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Roadburn 2012 Day 3Tilburg14/04/2012Il terzo giorno e' ovviamente il piu' difficile. In primis perche' si presentano i pesi massimi (Jesu, Sleep, Pelican, Obsessed), ma soprattutto perche' segna la fine del festival in quanto tale. Quindi ogni esibizione viene vissuta con quel retrogusto amaro che ci fa gia' sognare di essere a Tilburg nel 2013.
Alle 15 ci presentiamo puntuali allo Stage01 con Mike Scheidt (cantante e chitarrista degli Yob) che presenta il suo primo disco solista. Acustico, intimista e vagamente simile alle prove in solitaria di Scott Kelly (Neurosis). Lo preferiamo decisamente nella veste elettrica. Dopo aver spulciato ogni banchetto possibile andiamo nel Paatronat mentre i riformati Celestial Season suonano per la prima volta il seminale album "Solar Lovers". Successivamente voliamo nel Main Stage ad ascoltare i Church Of Misery. Nuova formazione ma nessun cambiamento di stile. Purtroppo al bassista si fulminano ben due testate e assisteremo quindi ad un concerto un po' zoppo, con la band intenta a lanciarsi in mini jam psichedeliche mentre i tecnici risolvono la situazione. Andiamo a farci "consolare" dagli Jesu. Pur avendo perso un po' lo smalto nei dischi la band di Justin Broadrick dal vivo e' sempre una garanzia: il mix di suoni potenti e atmosfera sognante conquista i presenti. Sempre di corsa torniamo al Main Stage per assistere al concerto dei Pelican. Ammetto che la band non e' la mia preferita del genere e dal vivo risulta noiosa quanto i loro dischi. Rimane un mistero il loro "successo", almeno rispetto ad altri gruppi del campionato post-metal/sludge strumentale. In preparazione del concerto degli Sleep ci concediamo una pausa ristoratrice godendoci gli Obsessed e gli Oranssi Pazuzu. I primi scaldano il cuore dei fan del doom e di Wino, i secondi stupiscono i curiosi con un particolare mix fra psichedelia, rock e black metal. La piu' bella sorpresa del festival. Purtroppo dobbiamo abbandonarli a meta' per andare a prendere un posto comodo nel main stage. E' ovvio che saranno tutti li': stanno per suonare gli Sleep.
Riassumere l'esperienza catartica generata dai suoni di chitarra di Pike e dal basso di Cisneros risulta da una parte ridicola e dall'altra riduttiva. La band e' in stato di grazia. Pike (a petto nudo) e' il piu' pasticcione ma con una grassa pennata e' capace di levarsi da ogni problema. I suoi assoli sembrano slegati e casuali ma generano un corto circuito mentale unico. La band e' nel suo habitat naturale: 6 casse a testa e joint come se piovesse che spuntano dai lati del palco. Non esiste al mondo posto migliore dove vedere gli Sleep. Volumi clamorosi e visual perfetti fanno da chiusura di uno dei concerti piu' belli a cui abbia mai assistito.
La giornata per noi e' finita. Orecchie sature, stanchezza e svuotamento. Nella scelta tra Devil, Jucifer e Bongripper optiamo per la Heavy Jam. Ovvero J Mascis (Witch e Dinosaur Jr) con gente a caso (Earthless) che si lanciano in una, ehm, heavy jam. Nella sua inutilita' risulta pure godibile. E J Mascis e' sempre un gran bel vedere.
Con un po' di commozione la festa e' finita. Il Roadburn come lo conosciamo e' giunto al termine. Ma il giorno dopo ci aspetta, per la prima volta, l'Afterburner. E la curiosita' e' alle stelle.
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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