|
Home | Recensioni | News | Speciali | [ Live Reports ] | Etichetta | Negozio | Radio |
  | rock | metal | punk | indie | experimental | pop | elettronica |
|
Roadburn 2012 AfterburnerTilburg15/04/2012Abbiamo sempre sentito parlare dell'Afterburner come un evento a se'. Ne' meglio ne' peggio del Roadburn Festival, ma come un appendice per chi vuole un breve riassunto o un ulteriore giornata per i sopravvissuti dei tre giorni.
L'inizio e' decisamente da sopravvissuti: il main stage e' semi deserto. Tutto il pubblico e' seduto e rilassato. Situazione ideale per godere dei Mountfuji Doomjazz Corporation. Musica a tratti accademica, quasi contemporanea, ma con volumi e intenzioni "rock". Non ci si muove dal backstage e assistiamo all'esibizione degli Internal Void, decisamente non il mio tipo di band preferita. Fra doom e hard rock settantiano. Non ci si muove dal mainstage (l'unico altro palco attivo e' il Green) e assistiamo al potente concerto dei Bongripper che risuonano completamente il loro Satan Worshipping Doom. Band in gran forma che lascia senza fiato. Pur avendo in testa ancora l'eco degli Sleep strappano meritati applausi.
Gli Yob ripropongono tutto "Catharsis", il mio disco preferito della band. L'esibizione per quanto mi riguarda e' quindi migliore della precedente e la band illustra tutto il bagaglio di influenze che porta dietro. Se sono il nome nella bocca di tutti un motivo ci sara'!
La sala quindi si riempie di metallari pelati: e' il turno dei Coroner! La band sottovalutata addirittura piu' dei Voivod (il che e' tutto dire) in campo metal. Dal vivo, aiutati dall'inserimento del synth, stupiscono per bravura tecnica, suoni e songwriting. La band suona i loro classici e i riff ogni tanto strappano piu' di un ricordo: sono passati tanti anni quando certe sonorita' erano piu' abituali ma l'effetto e' garantito pure oggi. Come i Voivod: classe, attitudine e potenza!
Finiamo con un concerto caciarone: Black Cobra. In due fanno piu' casino di un esercito. Chitarra macina riff e la batteria non sta ferma un attimo. Superato l'impatto iniziale pero' la band annoia ricordandoci che oltre all'idea generale sarebbe meglio soffermarsi anche sui riff. Rispetto al disco suonano molto confusi, ma probabilmente tutto cio' e' enfatizzato dal contrasto con la precisione chirurgica dei Coroner.
Il festival e' finito nel modo piu' ovvio: lasciandoci stremati e desiderosi di tornarci. Ma a distanza di un anno!! Un esperienza che consiglio al di la' del prezzo totale del pacchetto (biglietto, viaggio, albergo, cibo). Una vacanza del genere merita i vostri sacrifici economici.
[Dale P.]
|
Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
|