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Piazza DuomoPistoia20/09/2006Dopo il sorprendente show di Bologna sento il bisogno di bissare con la data di Pistoia, in teoria la più interessante fra le successive date (escludendo Verona, va da sè, ma ho già dato 6 anni fa). E' un attimo perchè la teoria diventi pratica. Per i primi arrivati Eddie regala una performance solitaria in cui si lancia nella splendida "Throw Your Arms Around Me" e successivamente raggiungerà i My Morning Jacket durante "It Makes No Difference".
Purtroppo il gruppo spalla non mi convice. Mi ricordano un terribile incrocio fra U2 e Neil Young, pieni di buone vibrazioni hippie e nessuna canzone memorabile.
Poco prima dell'esibizione del gruppo principale la piazza è gremita. Si fatica ad avanzare, ma lo spettacolo della piazza ci trattiene dall'avventurarci tra le prime file. Almeno per il solito intro "Master/Slave" ma, con l'attacco di "Corduroy" non riusciamo a trattenerci e sfondiamo. Purtroppo i volumi non sono quelli del palazzetto e durante il concerto mancherà quella botta devastante che è lecito aspettarci da un evento live.
La band però darà tutto per non far pesare questo difetto, pur con un Eddie non al massimo della forma vocale. La scaletta, tralasciando la debole successione Life Wasted/World Wide Suicide/Severed Hand/Unemployable, sarà da urlo, soprattutto per i fan più attenti e curiosi.
Dal cappello vengono ripescate "Crazy Mary", con un lungo finale in cui McCready e Boom si sono sfidati a colpi di "solo", "I Got Id", una delle migliori canzoni della band tratta dall'EP Merkinball, ma soprattutto "Breathe" e "State Of Love And Trust" dalla colonna sonora di Singles, vero mito per l'intera generazione grunge.
Ma forse la vera sorpresa sono stati i quattro pezzi da Ten (Even FloW, Why Go, Porch, Black, Alive), i tre da VS (Rearviewmirror, Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town, Dissident) e la bella scelta da Vitalogy (Corduroy, Not For You, Last Exit, Betterman, Spin The Black Circle), che hanno bilanciato una performance sempre ai massimi livelli.
I 5 di Seattle sono al massimo della forma, Eddie si è arrampicato sulla struttura del palco come ai tempi di Ten, ha scherzato col pubblico e promesso di tornare più spesso. Il resto della band sempre precisa (soprattutto Ament e Gossard) e puntuale e McCready sempre scatenato in assoli interminabili (pur avendo imprecato più volte con chitarre capricciose).
E' inutile girarci intorno: i Pearl Jam sono la più grande macchina rock attualmente in circolazione. E ora sono pure più in forma del solito.
Dopo questo tour speriamo di non dover aspettare altri 6 anni per poterli riassaporare.
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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