|
Home | Recensioni | News | Speciali | [ Live Reports ] | Etichetta | Negozio | Radio |
  | rock | metal | punk | indie | experimental | pop | elettronica |
|
Spaziale FestivalTorino20/07/20111.Locust Star
Iniziare un concerto con Locust Star e finirlo con Through Silver in Blood vuol dire sbancare. In mezzo potrebbe esserci anche una cover band degli Stadio che andrebbe bene lo stesso. Per questa estemporanea e immotivata serie di date, i Neurosis hanno preparato una scaletta da infarto, studiata per ipnotizzare gli ascoltatori e traghettarli verso un viaggio che traumatizzera' i presenti, di cui la maggior parte alla prima visione del mostro a cinque teste.
Purtroppo pero' finche' i Neurosis si muoveranno in Europa esclusivamente d'Estate potremo godere solo in parte della loro carica apocalittica. I palchi all'aperto sono una sventura che non rendono giustizia alla potenza che e' in grado di sprigionare la band in un locale al chiuso, magari con un impianto degno di questo nome. I limiti di decibel che non fanno arrivare "la botta" e le luci della strada a mortificare le visuals fanno si che il pubblico se ne esca dal concerto dichiarando aggettivi come "fantastico", "il piu' bel concerto della mia vita" e "meravigliosi". In un vero concerto dei Neurosis, invece, si esce a meta' scaletta per prendere ossigeno, non si respira a causa del suono che mangia l'aria, i volumi lancinanti, le immagini disturbanti che ti intrappolano. Con commenti finali del pubblico come "apocalisse", "non ne potevo piu'", "rimarro' segnato per sempre".
La serata inizia con l'esibizione dei City Of Ships e dei Rosetta, entrambi non giudicabili per via del suono praticamente inesistente. Gli Ufomammut, invece, hanno convinto anche i piu' scettici: suono iper saturo e carica aggressiva. Strappano meritati applausi dalla ormai numerosa folla.
I Neurosis pero' giocano in un campionato a parte, e 25 anni di carriera senza una nota sbagliata si vedono e si sentono. La band e' in forma, la scaletta prendera' il meglio delle ultime produzioni in un flusso sonoro senza respiro. Tutti e cinque danno il massimo senza risparmiare una goccia di sudore e il pubblico rimarra' impietrito dinanzi a tanta perfezione.
Non si possono riassumere in poche righe (ma neanche in tante) cosa vuol dire vivere un esperienza come questa, probabilmente non adatta a tutti, ma che lascia i segni addosso per lungo tempo.
Meglio, molto meglio che nel 2008 a Senigallia. Ma molto peggio di un loro concerto in un club.
foto di "La Poltiglia di Pixel"
[Dale P.]
|
Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
|