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Concerto Meshuggah - Orange Goblin - Jinjer - Celeste del 25/07/2022



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Metaldays 2022

Tolmin

25/07/2022

È passato già qualche giorno dalla fine di Metaldays e trovo finalmente le forze per raccontare in breve qualcosa di quello che per me da anni è un appuntamento imperdibile.

Dal 2004 ospitato a Tolmin, paesino sloveno a poco più di un’ora dal confine con l’Italia, Metaldays saluta definitivamente ed a malincuore questa splendida location, causa lavori di costruzione di una strada iniziati un paio di anni fa e che quest’anno hanno creato una serie infinita di disagi all’organizzazione ed una ancora più interminabile serie di polemiche da parte di molti visitatori.

Come in tanti altri festival quest’anno ci sono state cancellazioni impreviste sia prima che durante, perciò alcune band come Napalm Death e Noctem, per citarne un paio, sono state cancellate. La lineup “fluida” sembra essere prerogativa inderogabile in ogni evento quest’estate.

Ma veniamo a noi, la line up di Metaldays non presenta quasi mai nomi esagerati, non si parla infatti di un festivalone come Wacken ma bensi di una realtà molto più contenuta e fatta per essere vissuta in maniera decisamente più rilassata.

La parte stoner, che è sempre presente anche se minima, quest’anno l’ho trovata abbastanza povera, aggiunto al fatto che tutti i gruppi della categoria suonavano sempre tra le 14 e le 16 posso dire di averli persi quasi tutti.

Questo festival non si svolge in un weekend ma bensi durante la settimana, partendo dal lunedì inizio dei concerti, fino all’ultima giornata il venerdì. Ci sono cinque giornate di concerti e di norma si arriva in loco già la domenica o nel mio caso di quest’anno al sabato. Vi lascio quindi immaginare come verso la metá del festival, la forza e la determinazione per vedere tutte le band inizi a venire meno.

Il mio lunedì si apre con i Srd gruppo black metal sloveno. Suonano al second stage, il mio palco preferito in ombra in mezzo agli alberi: l’atmosfera è ottima ma rimango un po’ delusa, li avevo già visti anni prima e questa volta mi sono sembrati molto più standard, in oltre mi sono domandata se stessero suonando con un batterista “provvisorio” perché in molti momenti la sua esecuzione non sembrava molto coesa con il resto, sembrava quasi che stesse provando soluzioni nuove e che gli altri membri non ne fossero al corrente.

A tirare su la situazione ci pensano più tardi i Meshuggah, sui quali non avevo dubbi. Comprensibilmente non amati da tutti per la loro complessità ritmica che a tratti li rende difficili da seguire, sono comunque sempre una garanzia dal vivo. Distruggono il main stage con uno show magistrale, suonano impeccabili e potentissimi, ed alla fine anche i meno convinti se ne vanno soddisfatti.

Si chiude infine la giornata con una gran bella scoperta, i Celeste che conoscevo solo di nome ma non mi era mai capitato di ascoltare. Suonano per ultimi nella mia cornice alberata preferita, le luci sono bassissime e si presentano tutti con una luce rossa in fronte. Allestimento super semplice ma geniale a mio avviso che si sposa benissimo con la performance, un mix di black e post harcore molto atmosferico. Li ho trovati intensi e sono sicuramente una band che riascolterò a casa.

Martedì mattina cerco di darmi una mossa perché voglio vedere uno dei pochi gruppi stoner della settimana, alle 16 vado a vedere i Chains, duo di chitarra e batteria dalla slovenia. Resto delusissima, certo riempire il vuoto in due non è facile ed una performance “no” capita a tutti ma qua tra la voce non proprio intonata e gli arrangiamenti un po' sentiti e risentiti resto così interdetta da questa band stoner che mi dimentico che subito dopo suonano i Whiskey Ritual e quindi me li perdo.

Nel tardo pomeriggio tutto il mondo va a vedere i Nanowar of Steel e così faccio anche io. Vado per farmi due risate e assisto ad uno spettacolo ottimo. I Nanowar sono dei veri e propri intrattenitori, suonano un buon numero di hit che volevamo tutti sentire come Valhalleluja, alcuni pezzi che non conosco ed in tutto questo comunque la cosa evidente è che sono degli ottimi musicisti davvero.

Resto al mio posto al main stage e trenta minuti dopo mi godo uno dei concerti migliori della settimana, i Suffocation. Finalmente un po' di death metal come si deve! Li ho già visti diverse volte ed ogni volta mi sembrano meglio della precedente, anche oggi non sono da meno e mi blastano l’anima come solo loro riescono a fare. Poche chiacchiere, giusto la presentazione tra un pezzo e l’altro ed a volte nemmeno quello, i Suffocation sono il gruppo perfetto per chi ama il death stile americano, non si soffermano a fare battute con il pubblico, il loro modo di comunicare è semplicemente spaccarti la faccia con una potenza ed una ferocia incredibili ed il loro sentimento lo mettono tutto li.

Stile molto diverso da quello dei Testament con i quali finisco la serata. Mentre con i Suffocation si ha la sensazione di vedere qualcuno che ci crede ancora fino all’osso, con i Testament l’impressione è diversa. C’è l’energia, c’è il suono ottimo ed il piacere di ascoltare qualche vecchio pezzo si, ma li ho percepiti per forza di cose un po’ stanchi. Si vede la professionalità, lo show è divertente e c`è molta interazione con il pubblico, si percepisce anche l’amore per il proprio lavoro e la misuratezza di chi comunque la formula in quarant’anni l’ha collaudata ed è bravo a farla funzionare sempre e comunque.

Il mercoledì per me è quasi sempre la giornata della stanchezza. Se fosse un festival di tre giorni terrei duro ma siccome qua siamo solo a metà settimana mi capita sempre di prenderlo un po' come giorno di riposo.

Do un’occhiata distratta ai Death Angel, ne vedo solo metà concerto. Non mi hanno mai entusiasmata particolarmente ma sono un buon gruppo thrash da festival senza infamia e senza lode, se ti piace andare nel moshpit a fare riscaldamento loro sono perfetti, dopo di che vado in sciopero fino a sera.

Non ho particolare interesse nel vedere Jinjer ma visto che ne parlano tutti e mi sembra un po' il fenomeno del momento mi fermo un attimo a sbirciare la situazione. Non ho trovato questa band particolarmente interessante ne esaltante, capisco perché piacciano a molti e non intendo dire che non siano validi, per quanto un buon mix tra sonorità melodiche e groove con un rimandino ai Meshuggah sulla carta dovrebbe piacermi, nella realtà non mi ha comunicando nulla e quindi ho abbandonato dopo poco.

La mia giornata di pigrizia finisce con i Saor che mi mettono a dormire serenamente con il loro folk sporcato di black, bel concerto adattissimo alla mia stanchezza, molto romantici ed atmosferici meritavano sicuramente di essere visti.

Giovedì sono stanca, anche se ieri l’ho presa tranquilla tutti iniziamo ad accusare un po' la lunghezza di Metaldays. Mentre vado a cercare dell’acqua fresca (gratis e presente in diversi punti in tutta l’area del festival) mi fermo a sentire i Deathchant al main stage. Sono quasi le quattro del pomeriggio ed il palco principale è sotto il sole ma ascolto un po' questi quattro californiani perché fanno stoner e da lontano non mi sembravano male. In effetti si fanno ascoltare volentieri, hanno un bel tiro molto rock’n’roll ed il sound in sé mi sembra anche abbastanza originale, solo dopo tre o quattro pezzi me ne vado sia per il caldo infernale sia perchè i pezzi iniziano a sembrarmi troppo simili tra loro.

Dopo aver passato un’oretta al fiume tra unicorni e gonfiabili di ogni forma, siamo abbastanza freschi e rigenerati per lasciarci ancora una volta stregare da una band death metal. I Decapitated ci offrono uno dei migliori concerti della settimana, probabilmente è solo una mia impressione ma in loro io sento un’influenza da parte dei Meshuggah bella pesante ed anche se le ritmiche sono decisamente più semplici i blast beat, ma anche le parti di suono più pulite continuano a ricordarmeli durante tutto il live. Dopo i Suffocation sono sicuramente il live che mi è piaciuto di più, il che mi porta a pensare che la prossima volta potrei scegliere un festival più a tema.

Questa teoria me la riconfermano a fine giornata gli Incantation, belli potenti e con il loro sound old school death sfumato di doom mi fanno decisamente volare. Mi torna di nuovo alla mente il paragone con i Testament e penso “questi sono in giro dall’89 ma non hanno perso una sola goccia di autenticità”. La cattiveria trasuda da ogni schitarrata e la voce gutturale e maledetta, sembra uscire direttamente dall'oltretomba. Per farla breve si aggiudicano il terzo posto come miglior live del festival.

Il venerdì è un misto di sensazioni contrastanti: da una parte sei stanco morto e stai sognando il bagno di casa tua con quella doccia splendente che ti aspetta, dall’altro lato invece sei triste perché nonostante i chili di polvere respirata, ed il caldo spaziale la settimana è finita troppo in fretta e ti sembra di essere arrivato ieri.

Oggi comunque è una splendida giornata, i Napalm Death purtroppo non riescono ad arrivare per problemi in aeroporto e quindi gli Orange Goblin vengono ritardati per riempire il gap, io non aspetto altro.

Ho il tempo per vedere giusto la fine dei nostrani Shores of Null che sono sempre un piacere per le orecchie ed un orgoglio per l’Italia. La voce profonda di Davide mi piace molto, ed il loro sound malinconico mi convince ogni volta al cento per cento.

Sto aspettando gli Orange Goblin da tutta la settimana e sono bella carica, loro sono una garanzia. Infatti lo show va alla grande, ho l’impressione che la scaletta sia più o meno la stessa da anni: “Saruman’s wish”, “The fog”, “Made of rats” ecc… ma non mi importa, sono troppo affezionata a questa band e comunque le loro performance sono sempre ottime. Non li metto tra i migliori concerti della settimana solo perché quando si tratta di loro non riesco più ad essere obbiettiva.

Subito dopo altro concerto che praticamente tutti stavano aspettando ed a ragione, i Rotting Christ con uno spettacolo che ormai è leggenda. Evocano il demonio,senza fiamme e grandi allestimenti, in un modo così semplice ma allo stesso tempo devastante, salgono sul palco e mettono su un rituale talmente ipnotico da lasciare senza fiato, in un modo che definirei quasi tribale.

Dopo i Rotting Christ vado a bere qualcosa all'accampamento e finisco con il trascinarmi, un paio d’ore dopo, al second stage per vedere l’ultimo concerto della settimana gli Uada.

Non sono una fan esagerata del genere ma sembrano molto apprezzati nella scena black ultimamente, ed avevo piacere di vederli prima che subiscano la standardizzazione che sembra inevitabile quando queste band passano ad etichette più grandi (come successo ai Watain.)

Li ho trovati un’ottima chiusura per il festival con il Black atmosferico che propongono, suonano anche piuttosto originali viste le tinte death che il loro sound assume ma mi riservo di vederli ancora prima di dargli un giudizio definitivo visto che la tanta birra e l’assoluta stanchezza di questo fine festival mi fanno dubitare di me..

E così è finito Metaldays, l’ultimo a Tolmin, il settimo per me. Il sabato mattina si smonta tutto con tristezza, io sono di corsa perché il mio passaggio per l’Olanda non mi sta aspettando ed ha fretta di partire. Non ho tempo di salutare come si deve nessuno, né gli amici nuovi né quelli vecchi..

Il prossimo anno pare che avrà di nuovo luogo in Slovenia ma la nuova location non è ancora stata resa nota.

Io dal mio canto non posso fare altro che consigliarvi di provarlo almeno una volta nella vita. Vi ho parlato dei concerti che ho visto ma Metaldays non è solo questo.. è anche bagni al fiume, colazione in paese, è sedersi in tavoli a caso perché non c’è posto e ritrovarsi a chiacchierare per ore con persone da ogni paese, è amici vecchi e nuovi, è ri incontrarsi sempre lì una volta all’anno e condividere del tempo insieme ancora una volta.. e poi musica si.

[Maria Martini]


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