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AntidoxTorino19/05/2005Un terremoto devastante. Il suono che esce dalle casse, questa sera, è un magma sonoro che si impossessa delle orecchie degli spettatori e li porta in trance estatica per tutto il proseguo della serata.
Una serata quasi tra amici. Locale affollato ma non pieno, esibizioni che iniziano tardi e lasciano il tempo, tra una band e l'altra, di svagarsi al bar, nei divani o alla ricerca di qualche CD strano.
Inizia Tim Hecker. Saio nero, maschera di ferro, laptop e mixer. In una parola: drone. Mezzoretta di disturbi, rombi, bassi che ti entrano nei vestiti e gli fanno prendere vita, armonia distorta nascosta sotto miliadi di decibel di feedback.
I Jesu, band dell'ex "Napalm Death", "Godflesh" e "Techno Animal" Justin Broadrik, affrontano il palco con diversi problemi tecnici e inevitabilmente portano il pubblico a calare l'attenzione. Quando, però, il concerto ingrana la band sembra una deviazione noise dei Melvins e degli ultimi Godflesh.
Infine, ad un'ora improponibile, salgono sul palco gli Isis, band del leggendario Aaron Turner, boss della Hydrahead.
Chi si aspettava divagazioni psichedeliche e un po' intellettuali rimarrà deluso. La band metterà gli amplificatori con i volumi al massimo e cercherà di distruggere i timpani agli ascoltatori.
Ma, mentre le orecchie sanguinano, gli occhi rilasciano lacrime di commozione per un live act che è impossibile da descrivere. Potenza, disperazione, rabbia. Neurosis, Mogwai e Unsane in un unico palco costretti ad alzare i volumi ed a urlare sempre più forte pur di farsi sentire. Un esperienza quasi mistica.
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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