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Heineken Jammin' FestivalImola19/06/2004C'era molta attesa per questa serata dell'Heineken Jammin' Festival. Il ritorno dei Pixies dopo 15 anni, il ritorno dei Cure con un nuovo album, la svolta della maturità di PJ Harvey e la consacrazione di Ben Harper. Ecco che questa attesa si è trasformata in 45000 persone in pellegrinaggio all'autodromo di Imola.
Delta V L'inizio, alle 14 circa, è affidato ai Delta V. Il loro compito è quello di fare un superficiale soundcheck del palco e di suonare qualche brano. Potrà sembrare incredibile ma la band si è dimostrata all'altezza della situazione. Orecchiabile ma non commerciale, ballabile ma non "discotecara". Mezz'ora volata via in un attimo.
The Calling L'insulto del rock. In un contesto del genere stupisce la loro presenza. Ragazzine urlanti e piangenti provenienti da TRL hanno accompagnato la veloce esibizione della band. Dobbiamo giudicarli oggettivamente: non hanno suonato male e il cantante se l'è cavata benissimo. Peccato che suonino quella musica orribile.
Starsailor Manca il tastierista infortunato ma la band se la cava lo stesso. Il loro approccio pop non mi piace particolarmente e le canzoni sembrano tutte uguali. Ma a me il brit pop non mi è mai piaciuto.
PJ Harvey Diciamo tranquillamente che il festival inizia qua. La gente non è ancora numerosissima, la maggior parte è bloccata dentro le macchine da qualche parte tra Bologna e Imola. La bella Polly Jean si presenta con un vestitino giallo e una femminilità finalmente libera di esprimersi. Fossi stata una delle ragazze del pubblico PJ mi avrebbe cambiato la vita imponendomi di cantare. Ma, nel bene o nel male, non sono una ragazza e posso semplicemente notare che è una delle performer più cazzute della musica odierna. Blues minimale e selvaggio, ritmiche tribali e melodie scarne e imprevedibili. Sembrava di essere di fronte ad un sacrificio pagano o ad un celebrazione di un qualche dio della musica. Ottima la scaletta e ottima l'esibizione. Polly risulta meglio dal vivo che su disco!
Pixies L'entrata e lo shock. Frank Black e Kim Deal fanno la gara a chi è più grasso. Ma dopo un attimo di smarrimento attacca Umass e tutte le ipotesi di invecchiamento sono andate a farsi benedire. I Pixies danno merda alla maggior parte dei gruppi di oggi. La rabbia di 15 anni di carriere sfortunate che non portavano a niente di concreto li ha resi di nuovo adolescenti. A questo punto si poteva solo temere per il pubblico (e vi ricorderete che nello stesso luogo la gente anni fa cacciò i Jesus And Mary Chain!!). Mi guardo intorno e vedo che sono tutti per loro. Tutti, ma proprio tutti, cantano i loro pezzi, molti hanno gli occhi lucidi, qualcuno non riesce proprio a contenersi e si lascia andare a reazioni incontrollate. Ragazzi qua c'è la storia degli ultimi 25 anni del rock!! L'urlo primordiale di Frank Black, i loop elementari di Kim Deal, il drumming forsennato di David Lovering e la chitarra impazzita di Joey Santiago. Wave Of Mutilation, Debaser, Monkey Gone To Heaven, Bone Machine, Gigantic, Caribou, Here Comes Your Man e il finalone telefonatissimo di Where Is My Mind? Poco più di un ora di concerto e la gioia di non aver assistito ad una reunion scontata e priva di mordente solo per denaro. I ragazzi sono tornati e caro nu-rock non ti resta che la pensione. Si torna all'underground!!! A quando la reunion degli Husker Du??
Ben Harper Purtroppo causa stanchezza fisica e fame mortale mi perdo quasi tutto il set di Ben Harper. Me ne dispiaccio perchè quello che ho ascoltato era ottimo. Ottima presenza scenica e una band stellare hanno incantato l'ormai numerosissimo pubblico presente. Tutti impegnati a ballare una versione fiume di "With My Own Two Hands" a dispetto della stanchezza!
The Cure L'unica grande delusione della giornata. Per preparare i fan al nuovo album la band di Robert Smith decide di suonare parecchi brani nuovi non pensando che il pubblico ha bisogno di essere tenuto sveglio dopo la sfiancante maratona della giornata. Così possiamo solo segnalare "Pictures Of You", "Just Like Heaven", "Disintegration" e "A Forest" tra i classici. Un concerto lento, che non decolla, con un Robert Smith che sembra abbandonato nel palco da solo con la sua chitarra. Un personaggio alla Tim Burton che non riesce a comunicare con 45000 persone. Ripensandoci è tutto molto romantico, ma in pratica, è stata una noia mortale.
In conclusione è stato un ottimo festival. Più che discreta la resa sonora delle band (ovvero non ci sono stati i problemi di amplificazione del flippaut di quest'anno), buona l'organizzazione (e promuovo anche i criticatissimi 3000 braccialetti per i fan arrivati prestissimo!) e anche il pubblico. Abbastanza onesto anche il prezzo d'ingresso (32€). E poi non capita spesso di vedere certi nomi in un solo giorno!!
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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