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Goa Boa 2003Genova10/07/2003Dopo 6 anni di travagli, disagi (di solito per il pubblico), pacchi, spostamenti assurdi, cattiva musica, il Goa Boa Festival soddisfa pieanamente le aspettative (buone). Si inizia Giovedì 3 Luglio con Carmen Consoli. Prima di lei Sharko (un pazzo clone di Sting nei Police, capace di spogliarsi e rivestirsi durante una canzone continuando a cantare) e la vera rivelazione del festival: Dyonisos. Parliamo di questo gruppo francese devoto alla causa del rock'n'roll più primordiale. Immaginatevi dei dEUS fuori di testa e allucinati con una violinista/chitarrista/tastierista/rumorista fuori come un balcone. Ottime canzoni, hanno entusiasmato TUTTI. Sale sul palco Carmen Consoli e lei è un po' una garanzia per tutti. Riesce a trasformare i suoi pezzi più vecchi con arrangiamenti più pop (Venere però è da scandalo e grida vendetta!!) e quelli nuovi con fughe noise e chitarrose. Brava ma un po' troppo patinata.
La settimana dopo è giunto il primo vero giorno di festival. Giovedì 10 Luglio mi vede arrivare sotto il sole (verso le 16) per intervistare i One Dimensional Man e arraffare il più possibile nel backstage. Mi perdo così i Numero6 (visti qualche giorno dopo: è stato meglio così) e i Julie's Haircut. I One Dimensional Man sono orfani di chitarrista e batterista ma offrono una prestazione maiuscola. Da segnalare il batterista (giro Moltheni) fuori di brutto (ma non ai livelli di Dario). I Blind Zero mi hanno fatto schifo e non li proprio capiti. Ma chi cazzo sono???? Gli INME li lasciamo agli inglesi e veniamo a Daniel Johnston. Assolutamente fuori contesto, ma in realtà assolutamente adatto al luogo e alla data, Daniel incanta i presenti con canzoni dolcissime e tristi. Molti non lo hanno capito, molti non lo conoscevano, molti lo hanno scoperto e molti lo hanno amato. Voce, chitarra e un po' di pianoforte. Tutto per mano sua. Non per tutti, vale la regola di aver visto un personaggio seminale. E' il turno dei Marlene Kuntz. Così inconcludenti su disco così meravigliosi dal vivo. Sembrano quasi due band diverse. Non capirò mai questa cosa. Duetto con Skin, per la cronaca. Ed eccola, l'headliner della serata, sono tutti per lei. E bisogna dire che si sbatte ma, molto probabilmente, la sua è una band di sordi autistici perchè il sound è così spento e moscio che riesco ad addormentarmi 4 o 5 volte nel corso dell'esibizione. Pezzi degli Skunk Anansie (ormai di domino pubblico) e del disco solista (ancora più brutto di quelli con la band madre) mandano tutti a nanna. Ma, aspettate, ci sono i Dalek, gruppo hip hop di casa Ipecac. 3 pezzi (ottimi e oscuri) e salta l'alimentatore. 'notte.
Salto il venerdì e mi butto a pesce per Sabato 12. Arrivo in tempo per i Peawees. Ottimo punk rock di scuola Social Distortion / Supersuckers. Bravi bravi bravi. Mi salto i Forty Winks e i terribili Derozer andando in giro per gli stand a scroccare roba e a mangiare. Ma vado in prima fila (o quasi) a godermi i Teenage Idols, cover band dei Cramps. Non male, un po' sopra le righe ma ascoltabili. I Quintorigo subiscono la mancanza di soundcheck e il loro live viene tagliato bruscamente. Le poche canzoni fatte sono state fantastiche. Ne avreste dubitato? E'il turno delle flebo La Crus e quindi vado di nuovo a mangiare. Ho ascoltato "Tutto fa un po' male" con un certo dispiacere avendomi fatto andare di traverso il mangiare. Vabbè! Mi riprendo giusto per i Blonde Redhead. Senza timore di smentita: il concerto più bello del festival. Carini, bravi, professionali, tiratissimi, hanno incantato tutti. Non potrei che parlare bene di loro tre. Meravigliosi. Vorrei andare a nanna ma lo speaker ci avverte che dopo i Tiromancino ci saranno gli Audio Bullys. E vabbè aspettiamo. Ritorno al banchetto a mangiare e bere (alla fine del festival avrò speso un miliardo di €uri in cibo e bevande) e organizzo le vacanze con la mia ragazza mentre i Tiromancino suonano. Finale serata con 50 persone a ballare la musica dance degli Audio Bullys "salvatori della techno". Deve stare proprio male questo genere per dire così!! Gli Audio Bullys sono due tamarri inglesi che su qualche base carina (ma un po' simili tra loro) dicono un po' di cazzate. Li definirei "non fastidiosi". E per un festival non è poco. Brava Psycho: il miglior Goa Boa mai fatto!!
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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