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Logo LocoGenova12/05/2006
Non c'è la solita gente, a Genova, stasera. La solita con i pantaloni larghi e con il berretto rosso di cinque anni fa, quella che ora continua comunque a vestirsi di nero, a portarsi in giro stelle tatuate sui gomiti e ragnatele sulle spalle. Al Logo Loco c'è poca gente e si sente anche dal prezzo del biglietto. Sessanta persone, o comunque meno di cento, fanno parte della teoria fallita del "se ognuno conosce 20 persone allora conosciamo quasi tutte le persone vive del globo". Perché Venerdì 12 Maggio allora hanno suonato asociali per asociali. Persone sole. Le band che si scambiano il palco meritano di più, solo per l'assenza di divismo che li vede parlare, scherzare con tutti quelli che capitano a tiro. Gli Schism aprono il concerto un mese dopo aver invitato il pubblico durante un concerto con i Murderdog a vedere non loro, ma gli Ephel Duath. Cercano di essere all'altezza, concentrati, umili, con un frigorifero al posto di una cassa per basso, un montagna di capelli al posto di un batterista, un'alabarda al posto della chitarra. Una Signora Voce. Mi impressionano perché rispetto al demo, alle salette dove sono stato fortunato a sentire, sono musicalmente complessi, dotati, sfaccettati. Trainano il doppio di quello che ci si aspetta dopo aver sentito il ciddì. C'è strada, per tutti, e per loro sicuramente è tempo di riscuotere e continuare ad evolvere. A tratti immobili sul palco, lasciando affiorare la tensione, a tratti semplicemente in balia delle loro stesse note ed ispirazioni. Dopo arrivano loro. Gli Ephel Duath, che ci siano 20 persone o 6000, smonterebbero un carro armato. Hanno suonato con mezzo mondo e mezza storia della musica, in parole povere i Fantomas e Melvins, e ad ascoltarli mi vien da chiedere cosa avrà pensato Patton o Buzzo. A metà tra lo psicotico e il fenomenale smontano il post-core, il lo-fi, il jazz, il noise e l'estremo stesso. Ma si rifiutano di farlo a caso. Non suonano "questo lì e quest'altro là". Il cantante non urla e basta. Gente del genere tiene testa a tutto. E io RIDO. Il cantante si solfeggia tutte le canzoni, il batterista legge la sua partitura, il chitarrista balla e il bassista, calato in una immobilità in cui è perfettamente a suo agio, pare annoiato dalla banalità della loro musica. Rido perché io non ricorderei MAI tutta quella roba, il susseguirsi infuriato di riff o di assoli ispirati, e sorrido perché il 90% dei musicisti d'oggi non sono a questi livelli. I Mastodon nella loro prima volta in italia, erano risultati più "canonici" e umani. Suonano dall'ultimo disco e ripescano qualcosa da quello prima, in un set devastante, emotivo come solo i Neurosis riescono nell'ambito estremo. Quando tutto finisce scopro che una band andrà a dormire a casa del bassista dell'altra band. E' un piccolo quadretto romantico, di chi la musica l'ha vissuta seguendo ideali e continua a farla con tenacia e cuore. Però tutto questo è successo un venerdì sera genovese, quando tutti sono in un Centro Sociale a (ri)girarsi (tra) le solite cose, aspettando una domenica in barca a vela e i dreadlock da pettinare per il sabato sera. Sui giovani d'oggi ci scatarro su.
[ThrasherXXX]
Foto di Zena011:http://www.flickr.com/photos/zena011/
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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