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Spazio 211Torino22/03/2012Chi pensava che il "doom" fosse solo fuzz e volumi altissimi, giovedi' sera ha dovuto ricredersi! Ancora una volta il palco dello Spazio 211 ha ospitato un caposaldo dell'underground, gli Earth. Nei suoi vent'anni di carriera la band di Dylan Carlson si e' evoluta, cambiando piu' volte formazione ed arrivando a proporre un'interpretazione di drone/doom sperimentale ed atipica. Questo ovviamente, non senza lo stupore o meglio lo scontento di quelli che, disinformati ma incuriositi si sono lasciati attrarre dal nome che nella scena doom risuona spesso e con autorita', aspettandosi il tipico sound monolitico e frantuma timpani alla Electric Wizard.
Gli Earth invece hanno ormai sviluppato sonorita' piuttosto "soft" e malinconiche, a dispetto di quelle più dure e cupe dietro alle quali correvano le aspettative di molti tra il pubblico dello Spazio. Il tutto da qualche anno a questa parte, risulta insolitamente accompagnato dal morbido suono del violoncello di Lori Goldston (qualcuno magari se la ricorda perché suono con i Nirvana nel loro storico unpugged del 1993..) che purtroppo in molti passaggi non si sentiva bene.
L'unica cosa rimasta fedele all'immaginario dei disinformati e' stata la proverbiale lentezza della musica, prerogativa senza la quale non di puo' parlare di doom. Ad ogni modo non mi posso annoverare tra le fila dei delusi, eccezione fatta per le esibizioni precedenti di due artisti solisti, entrambi voce e chitarra: la canadese O Paon e lo statunitense Mount Eeire, che ho trovato incredibilmente soporiferi, ma come si suol dire i gusti sono gusti.
[Maria Martini]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
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