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Concerto Deftones - Linkin Park del 06/04/2001



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Duality
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Apeiron
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Teaches Dust to Reason
Human Impact - Gone DarkHuman Impact
Gone Dark

Palavobis

Milano

06/04/2001

La serata inizia subito alla grande: gli scarsi Taproot non si sono visti e hanno ceduto il palco ai Linkin Park. In 40 minuti circa hanno presentato quasi tutti i brani dell'esordio in modo convincente e onesto. Se in futuro lavoreranno maggiormente sulla componente melodica (come in "Runaway" e "Pushing Me Away") saranno pronti per un successo realmente meritato e non come quello effimero dell'hit "One Step Closer". Rimandati al prossimo disco.

Giusto il tempo di allestire il palco e arrivano i Deftones. E non ce n'è per nessuno. L'inizio di Be Quite And Drive ci ha fatto capire cosa avremmo sentito nella serata: pezzi lenti, atmosferici ed emozionali alternati a pezzi violentissimi, quasi hardcore. E così è stato. "My Own Summer" esplode in tutta la sua violenza. Chino si immortala a guida per i giovani crossoveristi e nelle prime file si scatena il delirio per andarlo a toccare o a urlare assieme a lui tutta la rabbia repressa. Il pubblico è partecipe. E si sente. Le prime file sono un autentico inferno. Ma è bello esserci dentro. In fondo siamo mica andati a sentire un concerto dei Lunapop! Dopo "Shove It" (che detto per inciso considero uno dei pezzi più belli degli anni 90, alla pari di una "Smells Like Teen Spirit" e di una "Losing My Religion" a caso) Chino decide di dedicarsi anche al pubblico al lato del palco e vai con Knife Party, Bored, Feticeira e altri classici della band terminando il tutto con uno stage diving durante Root. Momento veramente emozionante con "Change (In The House of Flies)" suonata subito dopo Teenager. "7 Words" include la cover degli Weezer "Say it Ain't So" tanto per far capire a tutti quali sono le loro origini. Ed è con quella cover che capiamo che i Deftones sono più legati alla tradizione indie americana più che con quella metal da cui sono spesso associati. Un giorno non mi stupirei che facessero cover dei Sunny Day Real Estate o di qualche altro gruppo emocore americano.

L'unica pecca del concerto è l'avvertire un piccolo senso di autocelebrazione del gruppo. E' ovvio che se lo meritano e possiamo stare tranquilli che in futuro non si sputtaneranno come i Limp Bizkit o i Korn però è sicuramente andata persa un po' di componente di umiltà e freschezza dei primi tempi.

In conclusione un grande esempio di energia e bella musica. Un grandissimo gruppo che ci accompagnerà per tutto questo nuovo decennio ad alti livelli.

Recensioni dei protagonisti del concerto:
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