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AmplifestPorto23/09/2023La mia prima volta all'Amplifest me la godo tutto da solo cercando di non perdermi niente. Qualcosina però è inevitabile per mangiare, riposare o anche solo far riposare le orecchie ma l'assoluta rilassatezza dell'ambiente e gli ottimi palchi unita ad una scaletta quasi perfetta fanno dell'Amplifest uno dei migliori eventi a cui sia mai stato.
Warm Up - Mat Ball Il chitarrista dei Big Brave mette a ferro e fuoco un piccolissimo baretto incastonato fra le case di Porto. 40 minuti circa di drone metal viaggioso, un unico flusso sonoro che mette in luce il talento visionario di Mat. 7/10
Giorno 1 - Big Brave Il primo giorno di festival inizia proprio con i Big Brave, attualmente il mio gruppo preferito. Colui che ha rimpiazzato i Low nel cuore. Potenza e intensità sono le due parole chiave di un set che incanta dal primo momento. Neurosis, Melvins, Sunn O))), Sonic Youth, Godspeed You Black Emperor vengono evocati e in un certo senso superati da questo umile quartetto canadese. 10/10 - Ellereve Onesto goth metal con voce femminile. Decisamente acerbi. 6/10 - Ashenspire Caotici e deliranti, senza un apparente filo logico anche nel modo in cui si pongono sul palco. Gli scozzesi ribaltano ogni convenzione di quello che è il normale ascolto musicale. Imprendibili e affascinanti. 8/10 - Hetta Onesto quartetto post-hardcore, screamo, powerviolence portoghese. La parte musicale bella compatta, quella vocale un po' troppo sopra le righe. Ma trascinano il pubblico e divertono. 7/10 - Mutoid Man Se il disco mostra le doti del trio senza sforzarsi di rimanere nella storia dal vivo invece è dove Mutoid Man da il meglio di sè. Perchè vedere Ben Koller è sempre una gioia per gli occhi e le orecchie, Stephen Brodsky è un gran mattatore e potrebbe suonare ogni cosa e il nuovo innesto di Jeff Matz è la ciliegina sulla torta. Quindi su disco non vale l'equazione Converge + Cave In + High On Fire. Dal vivo si. 9/10 - Sir Richard Bishop Momento relax con il leggendario co-leader con il fratello dei Sun City Girls. Viaggioni di chitarra desertica riportano le orecchie a volumi e arrangiamenti più leggiadri. 7/10 - Celeste Corna al cielo e lumino da minatore in testa i Celeste non convincono. Il loro post-black metal è decisamente scontato e artificioso. Tecnicamente ottimi ma privi di una reale intenzione sentimentale. 5/10 - Hexvessel Sebbene un po' troppo poco rodati dal vivo i quattro finlandesi propongono uno stragavante mix di dark, folk e black metal. C'è personalità e fantasia sebbene la proposta a volta è un po' troppo personale. Ovvero la capiscono solo loro. Nell'insieme più che piacevoli. 7/10 - Amenra Un supermercato di magliette, felpe e merchandise di vario genere a prezzo altissimo. Come i Celeste anche gli Amenra negli anni hanno perso un po' lo spirito iniziale andando a cercare le strade facili e senza cuore. Non un'indea propria, non un modo diverso di intendere il post-metal, ovvero un superamento di certe barriere. Troppo conservatori per i miei gusti. 5/10
Giorno 2 - Aeviterne Non deludono per niente gli americani Aeviterne che asfaltano il pubblico con il loro death-black metal dissonante e ritmicamente superbo. Di batteristi così è raro trovarne ma anche una così perfetta combinazione di nerdismo e malvagità. Sublimi. 10/10 - David Eugene Edwards Il frontman di 16 Horsepower e Wooden Hand non mostra lo sguardo al suo pubblico ma lo inonda di racconti di frontiera, di vita ai margini di un precipizio. Chitarra e voce ed un accompagnatore che lo supporta con chitarra e tastiere. Affascinante. 7/10 - Hillary Woods Fra le decine di donne armate di synth che fanno harsh noise Hillary è quella più gentile e meno estrema, a tratti insicura. Dal vivo si propone con un batterista free molto capace ma che ho trovato un po' troppo distante da lei. Il breve set lascia ai presenti un po' la sensazione di "vorrei ma non posso". 6/10 - Divide And Dissolve Dopo averle viste in apertura dei Low il duo (questa volta con un'altra batterista) si gode un po' il mainstage e fra sorrisi e critiche a privilegi dei maschi bianchi lancia bordoni drone metal senza apparentemente senso. Ed è questo il bello. 7/10 - Ken Mode La miglior band sludge noise metal post-hardcore attualmente in circolazione. Devastanti. 10/10 - Sunn O))) Un rito magico di due ore dove il pubblico cade a terra inerme. Un'esperienza unica al mondo. In duo perdono un po' di basse e di potenza ma guadagnano in interplay. 8/10
Trovate un report più accurato, sempre scritto dal sottoscritto, qui.
[Dale P.]
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Recensioni dei protagonisti del concerto:
LIVE REPORTS
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