"Admission" è il quinto disco dei Torche, maestri dello sludge di Miami, e mostra un lato per certi versi inedito. Sempre presenti i riff con le note ribassatissime e le melodie "catchy" ma nel disco si respira una nuova atmosfera. Partiamo dal brano "svolta": "Admission", la title track, unisce il tipico sound della band con lo shoegaze e la new wave ottantiana. Non in maniera palese ma sotto pelle, quasi fosse una direzione possibile per il futuro non ancora affrontata pienamente. Inoltre anche i brani più heavy come "Slide" suonano pigri, appesantiti anzi, direi pachidermici. Steve Brooks ha scelto un songwriting più dilatato, meno immediato e per certi versi più malinconico, meno scanzonato e cialtrone. "Time Missing" mescola sludge con il grunge più lento dei Soundgarden (alla 4th Of July), "Reminder" è monolitica ma si risolve in pochi minuti, "Extremes Of Consciousness" riporta la band alle sonorità "happy sludge", "On The Wire" è puro Bullhead-sound alla Melvins, "Infierno" è un bombardamento chitarristico fatto a canzone. L'album si chiude con "Changes Come", malinconica e strana, quasi toccante.
In conclusione "Admission" mostra un lato inedito dei Torche e scontenterà sicuramente i vecchi fan della band, abituati a riff potenti e melodie "catchy". Ma è un album maturo nella sua semplicità, un album che mostra uno Steve Brooks inedito, più umano e meno cazzone.
[Dale P.]
Canzoni significative: Admission, Changes Come, Slide.
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