Lo scioglimento dei Sonic Youth è stata una grossa perdita, ma la divisione in quattro unità distinte ha generato, per ora, dischi molto interessanti: Lee Ranaldo, Kim Gordon e Thurston Moore hanno pubblicato dischi molto vari e per niente banali. Prendiamo come esempio "Names Of North End Women" di Ranaldo con Raül Refree oppure "No Home Record" di Kim Gordon assieme al produttore pop Justin Raisen: dischi che mostrano musicisti curiosi di muoversi in territori inconsueti, prendendosi rischi in nome della libertà artistica.
Thurston Moore chiama il suo vecchio compare Steve Shelley (l'unico se non sbaglio a non aver pubblicato dischi a suo nome), Deb Googe dei My Bloody Valentine, Jon “Wobbly” Leidecker dei Negativland , James Sedwards e Jem Doulton e insieme registrano "By The Fire".
L'inizio del disco è lì per spiazzare l'ascoltatore: "Hashish" è praticamente "Sunday", da "A Thousand Leaves", e pur essendo molto bella crea l'aspettativa che il disco sia debitore della band madre e privo di idee. "Cantaloupe", invece, è un brano energico quasi hard rock nel suo riff muscoloso e contiene pure un assolazzo. Poi il disco prende una piega strana, i brani si dilatano, le strutture si deformano e il sound si fa molto più oscuro. Addirittura "Breath" ha dei riff gelidi quasi black metal (una delle tante passioni di Thurston) e strutture post rock con parecchi giochi di dinamica. Thurston è un maestro della chitarra rumorosa e non lo scopriamo ora. "By The Fire" ci regala quello che sa fare meglio: creare viaggi cosmici dove l'ascoltatore è invitato a lasciarsi andare tra saliscendi, rumori, silenzi, arpeggi delicati e chitarre martoriate.
I due brani iniziali sono un biglietto da visita che non rappresentano il disco ma fungono da presentazione, probabilmente per colpire i nostalgici o per entrare in qualche playlist. Il resto è un ottimo disco che mostra il 62enne in grande forma e lucidità.
[Dale P.]
Canzoni significative: Breath, Siren.
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