Sugar Horse sono quattro ragazzacci di Bristol che per nostra fortuna anzichè fare musica elettronica come molti loro concittadini hanno imbracciato le chitarre. E pur essendo all'esordio la band dimostra di conoscere bene la materia che vogliono modellare: doom, noise rock e shoegaze. Tutto insieme. Rimanendo in Gran Bretagna potrebbero venire in mente gli ottimi Part Chimp che hanno una formula sonora molto simile. Eppure i Sugar Horse sono "diversi" nel modo di mescolare gli ingredienti: "Shouting Judas At Bob Dylan" potrebbe essere scritta da loro o anche da quegli altri inglesi scorretti chiamati Pigsx7, ma poi partono con i crescendo shoegaze "emo" e il castello di carte crolla sotto i nostri occhi.
Alla fine "The Live Long After" suona un po' come cavolo vuole ed è proprio quello che rende eccitante l'ascolto di un disco sorprendente e non addomesticato come questo.
In più "Phil Spector In Hell", "Terrible Things Are Happening As We Speak", The Great British Death Cult", "Dadcore World Cup" sono tra i titoli più belli che possiate trovare in un disco.
[Dale P.]
Canzoni significative: Shouting Judas At Bob Dylan, Fat Dracula.
|