Tra i giovani revivalisti della New Wave Of Traditional Heavy Metal (NWOTHM), ovvero quel movimento che riporta in auge suoni e tematiche del primo heavy metal, c'era molta attesa per il terzo disco dei Savage Master, formazione del Kentucky con un immaginario visivo a metà tra Mentors, Plasmatics e Witchfinder General. Complice il conturbante aspetto della cantante Stacey "Savage" Peak, una manciata di singoli di anticipazione molto interessanti e l'approdo nella Shadow Kingdom Records, casa di molte produzioni retro-metal.
Il disco non credo deluderà tutti i revivalisti che vogliono rivivere i primi anni 80 (strano a dirsi ma la maggior parte sono giovanissimi): suoni grezzi, voce imperfetta, arrangiamenti scontati. Il disco è una sarabanda di clichè ma essendo clichè metal sono divertenti e contribuiscono alla buona riuscita delle canzoni, quasi tutte eccellenti. Un po' di Iron Maiden periodo DiAnno, un po' di Ronnie James Dio, Judas Priest, Manilla Road, Cirith Ungol, Doro, Bitch. Non ci si sposta da lì, come se il thrash e lo speed metal non fossero mai esistiti. In un prodotto di questo tipo non è un problema, anzi: basta staccare la testa e lasciarsi andare ad headbanging, corna al cielo e cantare a squarciagola gli anthemici ritornelli.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Owl, Flyer In The Night, Myth, Magic and Steel.
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