Ha appena compiuto 26 anni, è al suo secondo disco a suo nome ed è protagonista nel trio Boygenius (con Julien Baker e Lucy Dacus) e nel duo Better Oblivion Community Center (con Conor Oberst). Phoebe Bridgers fa parte della nuova generazione di cantautrici che, sono sicuro, ci porteremo dietro per lungo tempo.
Per "Punisher" ha mobilitato un cast notevole di produttori, musicisti e ospiti e, pur essendo uscito in pieno lockdown, l'ha promosso in ogni canale possibile di internet. E' quindi motivata, e i numeri ci sono tutti: talento, splendida voce e quel viso sfuggente da fidanzata impossibile da avere.
"Punisher" è fatto di scarne canzoni folk, di quelle che da Elliott Smith passano per Conor Oberst, brani più rockeggianti ("Kyoto", quasi alla Mitski) e composizioni enfatiche e melodrammatiche ("I Know The End" che ricorda i crescendo epici dei Radiohead). Il risultato è fluido, dinamico e, cosa più importante, al servizio di canzoni ben riuscite. E' un album che mostra una autrice dotata e matura, in grado di spiccare il volo nelle prossime produzioni o di smarcarsi dal commerciale e rimanere in una nicchia in cui è regina.
[Dale P.]
Canzoni significative: Kyoto, I Know The End.
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