Ormai è chiaro che il black metal sia uno dei generi più duttili in assoluto. Sono ormai lontani i tempi in cui faceva scalpore la presenza di una tastiera, di una drum machine, di archi, voci pulite. Hunter Hunt-Hendrix però è in grado di spingere il genere verso nuove frontiere, questa volta un po' meno indigeste rispetto al precedente "The Ark Work" ma sempre piuttosto disturbanti. La parola chiave è glitch. I riff gelidi vengono manipolati, storpiati, stoppati da frequenti "errori digitali", come se il file fosse danneggiato. Oltretutto non esiste un vero e proprio stile Liturgy: nelle 9 canzoni presenti converge post-hardcore, prog, nowave, noise. Addirittura un paio di tracce sono suonate esclusivamente con il pianoforte. Eppure suonano black metal. E' questo il piccolo grande miracolo di H.A.Q.Q. (Haelegen above Quality and Quantity): dimostrare che ogni genere si può piegare alle volontà estreme di Hunter-Hunt Hendrix. Il risultato sonoro è uno scontro fra titani, un difficile viaggio in una mente complessa. Il ragazzo, ambizioso e geniale, sta lavorando all'opera "Origin of the Alimonies": in futuro ne sentiremo delle belle.
[Dale P.]
Canzoni significative: HAJJ, Exaco I, God Of Love.
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