Dopo la fine degli Afghan Whigs il cantante Greg Dulli non è certo rimasto con le mani in mano: le collaborazioni con Mark Lanegan, Afterhours (ebbene si), i progetti Twilight Singers e The Gutter Twins, infine la reunion con i buoni "Do To The Beast" e "In Spades". Pur con l'agenda sempre piena, dopo trent'anni di carriera, Greg ha sentito la necessità di sfogarsi in proprio costruendo un disco non molto rock, a parte in qualche esplosione chitarristica (Sempre, The Tide). "Random Desire" è un album elegante, sebbene non molto sofisticato, in cui Greg cerca di sfuggire ai suoi clichè con atmosfere a tratti dark e con poco soul, un po' folk (A Ghost), un pizzico di elettronica e un andamento sempre piuttosto tranquillo.
Un buon disco, senza dubbio, ma a cui manca l'effetto sorpresa o dei brani di maggior presa. I fan di Greg apprezzeranno (soprattutto quelli più anziani e amanti degli anni 80), tutti gli altri difficilmente lo noteranno.
[Dale P.]
Canzoni significative: A Ghost, Lockless, The Tide, Pantomima.
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