Mentre gli Idles sono lanciati verso le grandi arene (quando riapriranno), i Protomartyr vengono incensati come fossero la band più sensibile di questo pianeta, a Dublino i Fontaines D.C. lanciano segnali che forse non tutti sono in grado di cogliere. Dopo lo strepitoso debutto del 2019 intitolato "Dogrel", tornano con "A Hero's Death", un disco che cementa il suono della band ma senza autoplagiarsi. Già perchè se nella contemporanea new wave del post-punk ci capita di ascoltare tanti figli di Nick Cave, gli irlandesi sono qualcosa di diverso. Intanto sono quelli con il maggior numero di influenze: Joy Division, The Fall, Wire, Clash, Smiths, The Cure ma anche qualcosa del revival rock anni 2000 come Libertines e Strokes (ma le cose belle). In più sono quelli che le cose le dicono meglio, complice un cantante carismatico come Grian Chatten che pur essendo più un "narratore" è un piacere ascoltare.
Inutile quindi paragonare "A Hero's Death" all'esordio. Pur essendo simili sono diversi. E per una band poco più che esordiente è un gran complimento che segnala personalità, voglia di osare e gusto. Se già li amate, li amerete di più. Se non li conoscete mettetevi comodi, dategli un paio di giri di rodaggio e vedrete che diventeranno una band del cuore.
[Dale P.]
Canzoni significative: I Don't Belong, Televised Mind.
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