La Invada Records di Geoff Barrow (Portishead), solitamente specializzata in colonne sonore, propone l'esordio di Billy Nomates, giovane artista inglese che dall'inizio dell'anno si è fatta notare principalmente in madre patria complice un'attitudine molto in voga attualmente tra i giovani inglesi.
Sommariamente potremmo definire i suoi brani come un mix fra Kate Tempest e gli Sleaford Mods: elettronica minimale, testi arrabbiati, attitudine scazzata, verbosità diffusa. Il valore aggiunto è un'influenza vagamente soul/blues nella voce che ci fa intuire che Billy possa valere di più della merce proposta. Però è proprio il senso di trascuratezza da postumi della domenica a rendere particolare questo esordio, un po' come accadeva negli anni 90 con certo Lofi (Beck?). Ma non solo: all'interno del disco troviamo una manciata di canzoni di assoluto valore che rivela il ricco portfoglio di ascolti di Billy.
Un disco post-tante cose: post-postpunk, post-sleafordmods, post-elettronica, post-pop ma probabilmente la cosa più attuale che ascolterete in questo 2020.
[Dale P.]
Canzoni significative: Supermarket Sweep, Fat White Man, Escape Artist.
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